martedì 23 dicembre 2008

Edizioni critiche ed edizioni criticabili : la Sonnambula, Dessay - Meli - Pidò

Circa un anno fa, su un foro all’epoca di moda tra i melomani italiani, ebbi una singolare “disputa” col tenore Francesco Meli a causa delle recite concertistiche di Lyon e di Paris della Sonnambula di Bellini. Recite destinate ad essere documentate in un disco, da poco uscito, edito dalla Emi – Virgin, ed in cui il giovane tenore italiano interpretava l’impervio ruolo di Elvino.

Punto della questione, al di là della qualità della sua prestazione e dei fraintendimenti in merito a falsettoni e falsetti, le tonalità praticate da Meli in quell’esecuzione di Elvino. In alcuni punti chiave e particolarmente impervi della parte, le tonalità suonavano dalla registrazione radiofonica evidentemente abbassate, in un modo sconosciuto sino a quel momento, ma che, come affermato dallo stesso Meli, erano così definite nello spartito a lui fornito. Nuovo spartito Ricordi, che espressamente recava la dicitura “edizione critica”, cioè quella a cura di Luca Zoppelli ed Alessandro Roccatagliati.
Da melomane, ammiratrice incondizionata del duo Sutherland – Bonynge, riportai su quel foro parte delle complete ed affidabili ( quelle si! ) note critiche che il direttore-filologo australiano aveva allegato al libretto del disco Decca del 1963 della Sonnambula da lui diretta, protagonisti appunto la Sutherland e N. Monti. Questi, semplicissimamente, nel modo del filologo praticante sul campo, descriveva le vicende che avevano caratterizzato l’originaria acutissima scrittura di Elvino sin dalle prime rappresentazioni e per mano di Bellini stesso:

The keys used are those generally adopted both in this century and the last and are as published by Ricordi, the tenor part having been written abnormally high for Rubini. In the original manuscript the duet Prendi l’anel ti dono was written in B flat major and its cabaletta, Ah vorrei trovar parola, in G minor (now published in A flat major and F minor); the duet Son geloso was written in G major, not F major; the tenor cavatina, Tutto è sciolto, was written in B minor, not A minor, and the cabaletta, Ah perchè non posso odiarti, in D major instead of B flat major". (La Sonnambula. Note by Richard Bonynge, pg. 8 in: La Sonnambula, edizione Decca 1963, J Sutherland, N. Monti, R Bonynge )

Rispetto a quanto normalmente praticato dai tenori moderni, ossia l’edizione Ricordi tuttora in commercio, evidentemente Meli cantava in tessitura più bassa la cavatina di sortita “Prendi l‘anel ti dono”, la stretta del finale I “Non più nozze”, la scena di Elvino “ Tutto è sciolto”, restituendoci un Elvino dal colore singolarmente baritonale ( da baritenore, meglio dire ), in contrasto con quanto avevamo sino a quel momento sentito da tutti gli interpreti precedenti del ruolo.
Insistentemente sollecitato dalla Grisi e da Donzelli, che domandavano quale edizione stesse mai cantando, se la versione da baritenore proprio di Donzelli, che fu interprete del ruolo ( ma cosa cantasse esattamente non sappiamo dire…), o una trasposizione tonale verso il basso liberamente da lui operata, Francesco Meli rispondeva semplicemente che cantava “l’edizione critica”. Le tonalità dei passi in questione furono così indicate dallo stesso tenore:

- "Prendi l' anel ti dono" e il duettino seguente " Ah vorrei trovar parole" è scritto mezzo tono sotto;

- il finale del primo atto da "Non più nozze" è mezzo tono più basso fino alla fine delle stesso;

- "Tutto è sciolto" e "Pasci il guardo" sono un tono sotto, la cabaletta "Ah perchè non posso odiarti" è invece nella tonalità tradizionale;

il resto dello spartito è dal punto di vista musicale, a parte qualche notina diversa, identico a tutte la altre Sonnambule in circolazione...Per la signora grisi posso dire che lo spartito in mio possesso è l'edizione critica edita da casa Ricordi nel 2004 condotta sull'edizione critica della partitura a cura di Alessandro Roccatagliati e Luca Zoppelli; più di questo non so che dirvi a parte che io faccio il mio lavoro con una passione sfrenata e che ci metto tutto me stesso....."

La “disputa” finì lì, e forse alcuni la interpretarono, leggendo quelle pagine, come una mera questione di melomania o di faziosità loggionistica, mentre era, invece, a parer nostro, soprattutto una questione di principio, che meritava una risposta chiara ( idem dicasi per il fraintendimento sulla nozione di falsettone e di falsetto ).
In particolare ci sembrava che sussistesse gran confusione tra edizione critica e prima versione, tra versioni successive autografe e versioni successive non autografe, tra versioni documentate e libertà dell’interprete, il tutto a detrimento del pubblico e del suo diritto alla chiarezza circa la realtà storica di Sonnambula e delle modifiche apportate alla sua vocalità, trasporti e, più in generale, variazioni degli esecutori inclusi.
La recente apparizione del cd nei negozi ha risollevato, analogamente, la medesima questione, anche se su scala diversa, dato che il disco ha un pubblico di certo ben più numeroso dei siti web e, per giunta, pagante.
Il libretto di accompagnamento, anonimo, riporta quanto segue: “Questa registrazione di Sonnambula segue l’edizione critica di Alessandro Roccatagliati e Luca Zoppelli, pubblicata nel quadro dell’edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini realizzata da Ricordi, in collaborazione con il Teatro Massimo di Catania.
I cambiamenti più spettacolari concernono Elvino (tenore). Due numeri chiave di questo ruolo, la cavatina “Prendi l’anel ti dono” ed il bel duettino tra Amina e Elvino “ Vedi o madre “erano stati trasportati in tonalità più alte, e questo a detrimento della logica tonale dell’opera. Questi ritrovano oggi la loro tessitura originale. Gli editori si sono ugualmente attenuti ad una rilettura approfondita dell’orchestrazione e delle nuances ed hanno restaurato il duo di trombe che introducono la scena di Elvino all’atto II e che la tradizione aveva soppresso…
.”
Di nuovo affermazioni poco credibili, come quella sulla trasposizione verso l’alto del duettino Amina - Elvino, contrarie a tutto quanto era noto anche ai melomani circa la tradizione interpretativa e la vocalità dell’opera e che chiariscono sulla realtà dell’edizione critica e le ragioni delle trasposizioni tonali adottate per il disco. Affermazioni “perfezionate” anche dalla nota sul restauro delle due trombe a chiave che precedono, stando all’edizione critica, l’aria di Elvino, ma che nel disco……..non si sentono!

A questo punto, ad evitare interpretazioni arbitrarie del disco come dei fatti, oltre che per curiosità intellettuale mia e dei miei amici del blog, ho cercato di ottenere dalla sola fonte attendibile, ossia i curatori dell’edizione critica in questione, elementi di chiarezza.
Grazie ad Internet ho rintracciato il professor Fabrizio Della Seta, dell’Università di Pavia, Facoltà di Musicologia, condirettore dell’edizione critica di Sonnambul,a come dell'integrale delle opere di Bellini, con i prof. Zoppelli e Roccatagliati. Mi sono rivolta al professor Della Seta via mail. Ho ricevuto una risposta molto cortese e chiarissima, che il professore ha acconsentito che venisse pubblicata per i lettori di questo blog, nonostante si tratti di un sito di hobbisti e non di una sede scientifica, ritenendo doverosa una corretta informazione del pubblico.
Pubblichiamo qui di seguito la mia mail e, quindi, la sua risposta.

Gentile Prof Della Seta,
mi permetto di disturbarla in merito all'edizione critica della Sonnambula di Bellini, cui lei ha partecipato.

Conoscevo le vicende della parte di Elvino, ossia quanto pubblicato sino ad oggi nelle note introduttive ai dischi degli anni '60, e che portarono, se ho ben inteso, la tessitura originariamente scritta da Bellini per Rubini a quella dello spartito Ricordi comunemente adottato.

Ora leggo che l'edizione critica curata da lei e dai suoi colleghi, implica ulteriori abbassamenti della parte di Elvino, fatto peraltro percepibile, anche ad orecchio profano come il mio, durante l'ascolto dell'ultima edizione discografica Meli - Dessay.

Le scrivo, dunque, per domandarle a quale versione o rimaneggiamento di Bellini si riferisca questa diversa e più bassa scrittura della parte di Elvino ( per quale cantante fu così trasportata la parte o in quale occasione? ).
Mi sono permessa di scriverle direttamente dato che la vostra edizione critica non è ancora in commercio nè le note allegate al disco che ho acquistato contengono spiegazioni in merito.

Mi scuso del disturbo e la ringrazio per la sua disponibilità

cordialmente e con molti auguri di buon natale


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Gentile Signora,
La ringrazio per aver posto un problema quanto mai delicato. Devo precisareche i curatori dell'edizione della Sonnambula sono i colleghi AlessandroRoccatagliati e Luca Zoppelli. Naturalmente, come condirettore insieme aisuddetti dell'Edizione critica delle opere di Vincenzo Bellini, m
i ritengocorresponsabile dell'operazione nel suo complesso. Ho ricevuto il CD con l'incisione Pidò-Dessay-Meli da soli tre giorni, l'ho immediatamente ascoltato e sono rimasto stupito quanto e più di Lei. La nota anonima che si legge nell'opuscolo dichiara infatti che "i cambiamenti più spettacolari" di questa edizione riguardano le sezioni in cui interviene Elvino, che "erano stati trasposti in tonalità più alte, anche a detrimentodella logica tonale. Essi ritrovano oggi la loro tessitura originale". Ecco come stanno le cose in realtà:

- Cavatina di Elvino ("Prendi, l'anel ti dono") originale (autografo di Bellini ed edizione critica): Sib maggiore; spartito Ricordi (1831) ed edizioni correnti: Lab maggiore; CD Sol maggiore.


- Duettino ("Son geloso del zefiro errante") originale: Sol maggiore; spartito Ricordi: Fa maggiore; CD: Fa maggiore.


- Stretta del Finale I ("Non più nozze") originale: Sol maggiore; spartito: Lab maggiore; CD: Sol maggiore.

- Aria di Elvino ("Tutto è sciolto"/"Ah, perché non posso odiarti") originale: Si minore/Re maggiore; spartito Ricordi (1831); Sib minore/Rebmaggiore; spartiti più recenti: La minore/Sib maggiore; CD: Sol minore/Sibmaggiore.

Ricapitolando, nel CD in un caso è stata adottata la tonalità originale di Bellini, in uno quella delle edizioni tradizionali, in un altro c'è stato unulteriore abbassamento rispetto a queste, in un altro ancora, l'Aria diElvino, si è scelta una soluzione mista, che rispetta il rapporto originale tra le tonalità iniziale e finale del pezzo. Inoltre, la nota illustrativa afferma che l'edizione ha ripristinato il passaggio per due trombe che introduce l'Aria di Elvino. Verissimo, ma nel CD questo passaggio non c'è, come manca nelle edizioni tradizionali (se nonricordo male c'era nell'edizione Bonynge-Sutherland).. Devo precisare che in tutto ciò non c'è niente di 'sbagliato', almeno inlinea di principio. Uno dei criteri che guidano il nostro lavoro è che l'edizione deve fornire dati certi sullo stato delle fonti e sulla storiadella tradizione esecutiva, mentre l'esecutore può e deve compiere delle scelte sulla base di tali dati. La trasposizione di brani in tonalità diverse sia da quelle scritte dall'autore sia da quelle delle edizioni a stampa era prassi corrente ampiamente documentata. Nel caso specifico, molti manoscritti attestano le trasposizioni che furono apportate alla Sonnambula nel corso dell'Ottocento, nessuna delle quali si può però attribuire direttamente a Bellini, ma questo, non vuol dire nulla: anche nella sua concezione la musica si doveva adattare di volta in volta alle caratteristiche specifiche degli esecutori impiegati (la logica tonale nonera una preoccupazione dominante). Oggi, quando un teatro decide di allestire un'opera servendosi di un'edizione critica, l'editore può fornire, oltre alla partitura base, materiali d'uso con brani trasposti nelle tonalità che il direttore stesso ritiene le migliori per i cantanti che ha a disposizione. Ed è questo che è stato fatto nell'esecuzione della Sonnambula, prima in teatro e ora in disco. Però queste scelte dovrebbero essere fatte con un criterio che guardi non solo al singolo cantante ma al risultato dell'insieme; qui il guaio è che adattando questi pezzi alle esigenze di Meli la povera Dessay, che canta insieme a lui, è costretta adiventare un mezzosoprano, soprattutto in "Ah, vorrei trovar parola", dove sprofonda fino al Si grave laddove c'era un Re. La stessa logica vale per i tagli, che Bellini introduceva a volte, ma che poteva riaprire in un'altra occasione. Anche in questo caso le cose andrebbero fatte con criterio: purtroppo nel CD hanno seguito pedissequamente la prassi tradizionale tagliando la maggior parte delle ripetizioni delle cabalette, nella Cavatina e nell'Aria di Elvino e nell'Aria di Rodolfo; solo le arie di Amina si sono salvate, evidentemente perché la Dessay ama cantare le ripetizioni variate.


Al di là di queste scelte, che pertengono all'esecutore e che l'ascoltatore è poi libero di giudicare, trovo veramente discutibile che le note illustrative delle esecuzioni (in disco o in teatro) vengano affidate a persone che evidentemente:

1) non conoscono l'edizione e i principi che la informano;
2) non hanno ascoltato la registrazione (o le prove) prima di scrivere. E che i responsabili dell'edizione non siano chiamati a spiegareil lavoro che hanno svolto, un compito che evidentemente essi potrebberosvolgere meglio di chiunque altro. Così si traggono in inganno, con affermazioni a dir poco arbitrarie, i fruitori, che normalmente non hanno per questi problemi l'attenzione e la consapevolezza che Lei dimostra di avere.

Nel ringraziarLa per l'attenzione, La prego di gradire i miei migliori saluti ed auguri,

Fabrizio Della Seta

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Ecco qui la verità della ricerca filologica.
Abbiamo così appurato:

- che il booklet contiene una certa dose di approssimazione e disinformazione ( e forse meriterebbe di essere corretto per rispetto ai curatori dell'edizione critica );
- le tonalità della prima esecuzione dell'opera rispetto a quelle dell'edizione Ricordi e di quanto eseguito nel disco;
- il fatto che esistano ulteriori trasposizioni tonali verso il basso dell'aria di Elvino "Tutto è sciolto", comunque diverse da quella eseguita nel CD, di cui non sappiamo l'autore;
- che Bonynge, per la sua edizione del '63, pur non eseguendo tonalità originarie ed eseguendo molte prassi di tradizione, aveva studiato realmente le vicende dello spartito documentandosi sui manoscritti, e riportando puntualmente i fatti nel libretto allegato al disco. Oggi i libretti che accompagnano i nuovi dischi sembrano non posseder la stessa affidabilità.

In definitiva, per quanto riguarda il tasso filologico dell'operazione, un'edizione più criticabile che critica a causa dei suoi principi ispiratori.
Segue recensione del disco.

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