sabato 22 marzo 2008

La buona Pasqua: Teresa Berganza alla Scala (1975)


Quando entrava in sala per tenere un concerto T.B. appariva una signora di misurata statura sorridente ed elegante. Il sorriso era misurato come pure l’eleganza del vestire. Misura ed eleganza, d’altra parte, erano le autentiche sigle di T.B. Non solo quale concertista. I programmi avevano temi fissi: le arie antiche del Parisotti, la musica da camera in ogni lingua, fosse russa, tedesca, francese o italiana, e, naturalmente, il folklore spagnolo ove la zarzuela spesso aveva parte preponderante. Misura ed eleganza: perché T.B. non si è mai fatta prendere da foje filologiche da baroccari e baracconi, quali oggi praticati da molte sue colleghe, che malamente la imitano nell’emissione, tanto meno da manie pseudoculturaloidi, che, postulando la superiorità della produzione liederistica, ne infliggono una ventina di brani ad un pubblico poco avvezzo ad idioma e cultura di Goethe. Misura ed eleganza: perché i brani del folklore non avevano alcunché di rumoroso per un malinteso esser popolare, ma erano, com’è giusto, la Spagna proposta da un’elegante señora madrilena.
Forse la misura veniva meno quando T.B. iniziava la terza, e ufficialmente non prevista, parte del proprio recital, dedicata ai bis. L’eleganza invece rimaneva intatta. Il pubblico, ben avvezzo a questa sovrabbondanza di bis, sapeva che la fine sarebbe stata il più delle volte decretata con la famosissima Tarántula. Spesso settimo od ottavo bis. E questo accadeva anche negli anni Novanta quando T.B. si scusava con il pubblico dicendo: “Sono una nonna” e poi cantava il rondò di Cenerentola. L’arte di T.B. era quella di essere al tempo stesso raffinata cantante da camera e diva sul palcoscenico, ben conscia del suo status e dell’autentica venerazione di cui il pubblico la rendeva oggetto. Credo, anche, che T.B. per tutta la sua carriera sia sempre stata assolutamente conscia dei propri limiti vocali e di temperamento e con questa chiara cognizione abbia costruito una carriera che, proprio nel concerto di canto, ha sempre trovato la sua più alta espressione. Pur nella consapevolezza dell’ammirazione incondizionata di cui godeva presso il pubblico, T.B. non ha mai osato ruoli, o anche brani, che pur minimamente esulassero dalle sue possibilità e di cui non avesse pieno dominio. Con quello che oggi, velleitario ed impunito, circola, una lezione ulteriore e più alta ancora rispetto a tante raffinate Violette o a sofferte Nebbie di Respighi. Grazie, veramente, a Domenico T., melomane ben oltre le nozze d’oro con il loggione scaligero, alla cui gentilezza dobbiamo la registrazione di questo concerto.

Teresa Berganza - Teatro alla Scala 5 Febbraio 1975

pianoforte : Ricardo Requejo

Carissimi - No, no, non si speri
Scarlatti - Le violette
Pergolesi - Confusa, smarrita (da Catone in Utica)
Rossini - Anzoleta avanti la regata (da La regata veneziana)
Donizetti - Ne ornerà la bruna chioma
Wolf - Sagt, seid Ihr es, feiner Herr (da Das Spanische Liederbuch)
Fauré - L'absente (Hugo)
- Mandoline (Verlaine)
- Après un rêve ( da Poesie toscane)
Granados - La Maja dolorosa n°3 (Periquet)
- El majo tímido
- La Maja dolorosa n°1
- El tra la la y el punteado
Montsalvatge - Cinco canciones negras :
- A. Cuba dentro de un piano (Alberti)
- B. Punto de habanera
- C. Chévere
- D. Canción de cuna para dormir a un negrito
- E. Canto negro

Bis :

Mozart - Voi che sapete (da Le nozze di Figaro)
Rossini - Nacqui all'affanno (da La Cenerentola)
Giménez - La tarántula (da La tempranica)
Bizet - L'amour est un oiseau rebelle (da Carmen)
Thomas - Connais-tu le pays (da Mignon)
Bizet - Près des remparts de Séville (da Carmen)
Pergolesi - Se tu m'ami

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