martedì 4 marzo 2008

La scomparsa di Giuseppe Di Stefano

La notizia della morte di Giuseppe di Stefano, meglio noto come Pippo non giunge inaspettata.
E per l’età del cantante e per le condizioni di salute da tempo precarie.
Pippo fu amatissimo dal loggione scaligero e, non solo, se si pensano ai trionfi al Metropolitan fra il 1948 ed il 1952 ed al San Carlo di Napoli. Amabile, disponibilissimo verso il proprio pubblico, guascone così questa sera me lo ha ricordato un carissimo amico, loggionista scaligero di lunghissimo corso, che ricordava ancora una Boheme con la Carteri. serata imbroccata da di Stefano.
Perché come tutti i cantanti, che anteponevano altro, e molto, alla propria professione di Stefano era una cantante che, come pochi, andava “a serate”.
In questo senso di Stefano fu certamente più personaggio che non artista e cantante.Questo era il risultato ovvio del carattere della persona e della dote vocale assolutamente eccezionale. Tanto eccezionale quanto depauperata a tempo di record.
Spiace per gli ancor oggi numerosi fans di di Stefano, anche se quelli che lo videro dal vivo in buone condizioni non possono che essere di poco più giovani di lui, ma ogni registrazione dal 1953 esibisce una voce già usurata e depauperata.
E se vogliamo essere quelli che siamo per gusto e formazione su questo forum i sintomi e di presagi erano presenti anche nelle prime documentazioni fonografiche di di Stefano. Nonostante alcune assolute prodezze come il famoso do smorzato del Faust o una cadenza nel terzetto “Ah qual colpo inaspettato” entrambe al Met, che confermano le doti naturali eccezionali del tenore siciliano.
Doti eccezionali che inspiegabilmente, vista la generazione tenorile che lo aveva preceduto, gli procurarono il favore del pubblico. Favore confesso incomprensibile se non, appunto, attraverso taluni dettagli come il racconto dell’amico loggionista, che rammenta una straordinaria ampiezza e bellezza almeno in zona centrale ad onta di un metodo di canto, che più volte è stato ben detto, del metodo di canto era la negazione.
Eppure di Stefano per certi versi ha fatto la storia del canto, il suo gusto, la sua “non tecnica” di canto hanno preso un tale piede che, ancor oggi, sono più i tenori, che dimentichi che si trattava di una assoluta eccezione, pretendono di cantare come Pippo, erigendolo a proprio modello assoluto. E se quella di Giuseppe di Stefano, valido ed integro, è stata una carriera breve, la loro, assai meno dotati, è brevissima.



Giuseppe Di Stefano (1921-2008)

Donizetti - Lucia di Lammermoor
Atto I - Sulla tomba che rinserra...Verranno a te sull'aure (con Maria Callas) - Milano 1954

Donizetti - La favorita
Atto I - Ah! mio bene! (con Ebe Stignani) - RAI 1952

Massenet - Manon
Atto III - Toi! Vous!...Oui, c'est moi! (con Mafalda Favero) - Milano 1947

Rossini - Il barbiere di Siviglia
Atto II - Ah! qual colpo inaspettato (con Lily Pons & Giuseppe Valdengo) - Met 1950

1 commenti:

Gino ha detto...

Sono d'accordo; grandi doti naturali ma tecnica povera e cattivo gusto tante volet.

http://estanochebarralibre.blogspot.com/2008/03/muri-giuseppe-di-stefano.html

Commenti nel mio blog, soltanto in spanolo, purtroppo.

Saluti.