sabato 3 aprile 2010

La Pasqua ebraica

Nel sabato che precede la Pasqua di risurrezione ci è parso doveroso ricordare l'altra grande festività religiosa che ha luogo in questi giorni, vale a dire la Pasqua di liberazione. Non volendo in alcun modo risultare blasfemi od inopportuni, abbiamo scelto di offrire ai nostri lettori la più solenne liturgia pasquale contenuta in un'opera lirica.

Il ricordo, o se si preferisce, la celebrazione, è duplice, anzi triplice, interessando un'opera oggi quasi negletta, ma che nel passato ha conosciuto esecuzioni di grande livello. Ormai ignote anche e soprattutto a coloro che per età, esperienza, educazione e soprattutto professione dovrebbero conoscerle a memoria.
Vi presentiamo quindi, in versione pressoché integrale, il secondo atto de La Juive in un broadcast del 1936 dall'Opera di San Francisco, sotto la direzione di Gaetano Merola. Il suono è sufficientemente limpido perché i soliti noti non possano attribuire le qualità dell'esecuzione (segnatamente per quanto concerne la protagonista femminile) a vaneggiamenti o interessati miraggi. Come si dice: basta ascoltare.
Naturalmente non saremmo quello che siamo, ovvero incorreggibili passatisti, se non proponessimo, a sostegno e integrazione di questo documento, altre e non meno interessanti esecuzioni di singoli brani dell'atto. Tutte, con una sola eccezione, risalenti alla nefasta epoca del 78 giri. Anche perché le epoche successive ben poco hanno prodotto per convincere il pubblico delle attrattive di questo titolo. Titolo che ci ricorda, per inciso, la necessità e il desiderio di affrontare al più presto e in modo sistematico la questione del Grand-Opéra, spesso solo sfiorata in quelli che altri potrebbero definire le nostre pretenziose omelie.
Non saranno però questi gli ultimi ascolti pasquali per quest'anno, ché nella mattinata di domani torneremo in terra italica. Se il titolo è risaputo, non lo sarà, speriamo, l'esecuzione prescelta.


Gli ascolti

Halévy - La Juive

Atto II

Dieu de nos pères, parmis nous descends - Franz Völker (1933), Giovanni Martinelli (1936), Richard Tucker (1964)

Dieu, que ma voix tremblante - Augustarello Affre (1907), Giovanni Martinelli (1924), René Verdière (1930)

Tu possèdes, dit-on, un joyau magnifique - Charlotte Boerner, Giovanni Martinelli & Hans Clemens (1936)

Il va venir - Berta Morena (1907), Rosa Ponselle (1924), Sabine Kalter (1925), Elisabeth Rethberg (1936)

Lorsqu'à toi je me suis donnée - Elisabeth Rethberg & Hans Clemens (1936)

Et toi que j'acceuillis - Giovanni Martinelli, Elisabeth Rethberg & Hans Clemens (1936)

3 commenti:

Domenico Donzelli ha detto...

spesso ci insultano sul presupposto che ci interessa solo la tecnica. Ascoltando questi brani colpisce lo stile: solenne, grandioso ed oratorio e non solo dei tenori qualche cosa molto difficile da pendere e da comprendere. Saluti e buona parrucca

Tamberlick ha detto...

Per forza che è negletto questo titolo. Trovatemi un Eleazar del calibro di questi qui, poi ne riparliamo... E mi limito al tenore. E non mi si dica Shicoff che per me è al limite dell'inudibile.
Comunque il problema credo si riproduca facilmente per qualsiasi altro titolo di Grand Opèra.
Ma non voglio essere io il "cattivo" il Sabato Santo. Ringrazio per i bellissimi ascolti e vi auguro una felice e serena Pasqua.

(Naturalmente resto in attesa dell'ovetto di domani...)

scattare ha detto...

Ascolti semplicemente grandiosi come al vostro solito!
Oggi una rappresentazione di quest'opera?! Impossibile, anche se c'è chi tenta.
Per i miei gusti personali il tenore Shicoff è sempre stato inascoltabile e inguardabile in tutto. Ho sempre trovato il suono teso, stretto e spinto. In scena sembra un fascio di nervi e di nevrosi.
Tucker è stato l'ultimo grande e sublime Eleazar senza dubbio.