tag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post4767627464745549443..comments2023-05-15T12:16:12.829+02:00Comments on Il Corriere della Grisi: Rigoletto a MantovaGiulia Grisihttp://www.blogger.com/profile/15060494139419281147noreply@blogger.comBlogger49125tag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-69194802344605472312010-09-16T14:38:40.273+02:002010-09-16T14:38:40.273+02:00Ah, decisamente, caro Donzelli (il mio riferimento...Ah, decisamente, caro Donzelli (il mio riferimento al "pace v'intimo" era un gioco, null'altro). E' proprio questo il senso del recupero di uno stile: comprendere come e cosa cantavano i creatori del ruolo, prendersi gli arbitri che loro si prendevano (e che pur non essendo scritti erano ritenuti obbligatori: cadenze, variazioni, coloratura...), ma in modo coerente a quei modelli. Una cadenza per Rossini non può essere la stessa per Handel o per Gounod. <br />Oggi quello che manca è la "civiltà del canto", il saper porgere il suono, il gusto per la parola cantata, l'eloquenza. Il rispetto per i segni d'espressione - da molti nostri detrattori, derisa come pignoleria - è la base e la condicio sine qua non per ogni interpretazione! Che non vuol dire pedissequa aderenza a forcelle e legature, ma significa saper usare forcelle e legature, magari prendendosi talune libertà che divengono credibili nella bellezza dell'esecuzione (non dimenticando che spesso, tali segni espressivi, non erano scritti, poichè patrimonio comune di "bel" canto). A Battistini non vi è nulla perdonare, semmai ci si può chiedere perchè adesso si sbraca! Il che non vuol dire fare come faceva lui (e chi non lo fa è un fesso), ma piegare, come lui, la linea vocale in morbidezze e sfumature! Oggi si strilla a volte, sopra orchestre che sono bandacce (anche quelle più blasonate).Gilbert-Louis Duprezhttps://www.blogger.com/profile/00188172687605394247noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-79833523839407468402010-09-16T14:14:04.090+02:002010-09-16T14:14:04.090+02:00caro duprez
pace v'intimo era ovviamente una ...caro duprez <br />pace v'intimo era ovviamente una battuta come il ludus del blog impone ed il fatto che siamo sulla stessa barca di chi soffre il presente.<br />Sono d'accordo anche io che alcuni dettagli stilistici sopratutto di una sutherland sono una grande conquista. L'esecuzione ad esempio dell'aria di sortita di Elvira della Muette de Portici di Frieda Hempel , splendida nell'adagio cade nella sezione conclusiva per l'eccesso di picchettati. se poi ascolti la Anderson nello stesso brano ti addormenti sopratutto alla cabaletta.<br />Per chiudere i miei interventi così rispondo a grondona non possiamo mai rifiutare il passato la storia è, tautologico il dirlo, maestra. Ma la storia va interpretata. Quindi non credo affatto che Battistini verrebbe fischiato ( se mai non sarebbe scritturato, attesa la crassa ignoranza degli addetti ai lavori) al massimo qualche arbitrio gli verrebbe contestato. Anche se gli arbitri dei cantanti odierni che ignorano i segni di espressione confondono Chalais con Compare Turiddu sono ancor più gravi di quelli del commendator Battistini perchè negano la poetica del personaggio e il gusto del tempo. Non posso pretendere di cantare come cantavano la Grisi o Mario, ma quando per la Grisi e Mario (Lucrezia e Gennaro) si spendevano parole come angelici, sognanti mica posso tollerare Fleming e Grigolo.Domenico Donzellihttps://www.blogger.com/profile/07500920627040381257noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-52087794369284689362010-09-16T13:36:53.868+02:002010-09-16T13:36:53.868+02:00Caro Donzelli, ovviamente mi lascio "intimare...Caro Donzelli, ovviamente mi lascio "intimare pace", ci mancherebbe. E concordo pienamente con te riguarda ad una tecnica di cui oggi, purtroppo, in molti casi si è persa memoria ed esercizio. Su quella non discuto: è l'ABC del canto, che oggi in molti (troppi) tendono a ridimensionare o prescindere. Ma se ci spostiamo su gusto e stile, i discorsi cambiano. Coi "se" e i "ma" mi hanno insegnato che non si fa la storia: non so cosa avrebbero fatto i soprani pre Sutherland e Callas se avessero avuto l'opportunità di conoscere uno stile più coerente. So solo che il Rossini che ci piace (a me, a te, a tutti quelli che scrivono qui sul Blog, o intervengono nei commenti o in chat) è stato possibile solo a partire dagli anni '60! Ci sarà un motivo, no? Ecco io credo che questo motivo risieda nel recupero di uno stile che prima della Sutherland, Callas, Gencer etc...era stato dimenticato. Per molte ragioni: per un certo gusto d'epoca, per l'ossequio (a volte ottuso) ad una tradizione ritenuta immutabile, per mancanza di una seria ricerca sulle fonti... E soprattutto perchè, all'epoca, l'opera era "cosa viva", non il museo che è oggi come negli ultimi 50 anni (e forse è meglio così: ma come museo andrebbe maggiormente tutelato). Il canto del primo '900 risente di evoluzioni storiche precise, da Rossini a Massenet è cambiato tutto e poco importa che nella cronologia e genealogia di maestri e allievi si arrivi alla Malibran...non esiste una proprietà transitiva per cui l'ultimo anello della catena è l'erede dello stesso stile del primo (di 100 anni precedente magari), perchè tutt'intorno è cambiato tutto! E' un po' come la pretesa di Kempff di suonare come Beethoven (pretesa indimostrabile ed inconsistente) perchè il suo maestro era Karl Heinrich Barth, allievo a suo tempo di Carl Tausig, a sua volta allievo di Liszt, che studiò da Carl Czerny, il quale ebbe come maestro Beethoven in persona! Si può dire che Kempff sia l'erede diretto del pianismo beethoveniano? Direi di no, visto cosìè successo nell'Europa musicale tra Beethoven e Busoni! E così nel canto. La tecnica è una, ma lo stile cambia...e a volte va recuperato per ridare dignità a certi repertori.Gilbert-Louis Duprezhttps://www.blogger.com/profile/00188172687605394247noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-50319297826717803352010-09-16T13:34:19.838+02:002010-09-16T13:34:19.838+02:00...SEGUE...
Ma questo, Duprez, è un discorso che ......SEGUE...<br /><br />Ma questo, Duprez, è un discorso che c'entra poco con quello che io avevo iniziato con il Sig. Grondona. Si faceva un discorso più generale, sul senso del teatro in musica oggi, sul valore di una produzione come quella appena vista del Rigoletto mantovano.<br /><br />La stessa mia nozione di tradizione c'entra poco con la becera tradizione esecutiva (che vera tradizione non è) cui tu continui a fare riferimento, e sul cui disvalore, in rapporto al gusto odierno, concordo pienamente. La tradizione cui faccio riferimento è invece una TRASMISSIONE viva, mobile, mutevole, che si RINNOVA, e che è non fissa, non è morta, ma che comunque si ispira a valori e principi CARDINE che ne segnano la continuità con il passato, con la storia. Uno di questi cardini inderogabili è l’emissione della voce, pulita, sul fiato, immascherata, vibrante, squillante, espressiva, variabile nell’intensità, nei colori, nelle sfumature. Insomma, l’abc dell’artista! Gli strumenti, la tecnica, l’”arte” attraverso cui il cantante può esprimere se stesso (la propria “anima” dice Lauri Volpi) e non fare semplice sfoggio di doti fisiche tali da rendere il proprio corpo il FINE, anziché il MEZZO, della propria espressione. Questo è il senso delle parole di Lauri Volpi, e se per voi questa è retorica fatua e ridicola, allora non so proprio cosa dirvi: tenetevi le sciaquette strillacchianti e i bellimbusti che grugniscono, e che stanno sul palcoscenico per fare mero vanto del loro CORPO. Questo non solo è un tradimento nei confronti del melodramma, ma più in generale è un tradimento del significato che l’arte ha sempre avuto nella nostra civiltà, come espressione trascendente, iniziatica, anche divina, come espressione appunto di un “logos” attraverso una “tecnica”. Cercate di cogliere il senso delle parole, non prendetele alla lettera giudicandomi come un bigotto… è forse retorica, cieco tradizionalismo, assolutismo estremistico sostenere il valore non solo materiale ma anche spirituale dell’arte? <br /><br />SalutiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-40665906497941912272010-09-16T13:33:21.914+02:002010-09-16T13:33:21.914+02:00@Duprez E chi ha mai detto che il Bellini ed il Ro...@Duprez E chi ha mai detto che il Bellini ed il Rossini anteguerra erano migliori di quelli dell'era post Callas? L'ho forse mai detto? Io ho evidenziato solo qual è stata la tendenza generale del canto nel Dopoguerra. Ma ho anche specificato che, fino a pochi anni or sono, non sono mancati artisti che andavano contro questa tendenza, artisti formidabili, come la Sutherland, come la Horne, come la Berganza, come Samuel Ramey, Rockwell Blake, Chris Merritt, Lella Cuberli, artisti tecnicamente solidi, e per questo sovrapponibili (a livello di tecnica di emissione, a livello di voce) ai cantanti anteguerra, ai quali certo si può e si deve rimproverare il cattivo gusto e la mancanza di stile, ma assolutamente non la mancanza di una fonazione corretta. Proprio per questa ragione ho detto che la Sutherland era come tante altre prima di lei: a livello di tecnica di emissione era infatti allo stesso livello. I cantanti d'inizio Novecento tradivano l'essenza del belcanto e del melodramma protoromantico poiché ne stravolgevano lo stile, ignorandone l’estetica. Però, almeno, conoscevano la grammatica del canto, e quindi loro sì avrebbero potuto, come poi è stato fatto con la Rossini Reinassance, riproporre l'autentico belcanto, se solo fossero stati istruiti da qualche studioso filologo. Oggi invece, malgrado la scienza ci abbia aiutati a ricostruire uno stile idoneo a quel repertorio, si sono perse le cognizioni tecniche elementari (respirazione e proiezione), e, se da un lato si è consapevoli dell'estetica belcantistica, dall'altro non si possiedono gli strumenti, non si possiede la tecnica, non si possiede "l'arte" per riprodurre tale estetica. E la cosa grave è che, contro questa tendenza al declino della tecnica di canto, nulla è servito l'esempio dei grandi cantanti della Rossini Reinassace: lo vediamo oggi! Chi segue il loro esempio? Chi riconosce il loro immenso valore, quando sono gli stessi critici a sminuirne la portata, con affermazioni del genere:"Merritt, Blake, Horne ecc. hanno mostrato come Rossini va cantato, oggi finalmente lo si interpreta"??? Oggi addirittura si sta compiendo una forma di regresso perfino stilistico, non solo tecnico, basti pensare al ROF di quest'anno, dove abbiamo risentito la più brutta tradizione di bassi buffi sbraitanti e caccolosi e una disarmante incapacità di scrivere ed eseguire variazioni decenti.<br /><br />...SEGUE...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-36979432004167413892010-09-16T13:18:46.229+02:002010-09-16T13:18:46.229+02:00V. Parlando del Rigoletto televisivo, la mia atten...V. Parlando del Rigoletto televisivo, la mia attenzione audio – visiva si è fermata al primo atto , scena IX ed anche a me non è piaciuto.<br />Ci terrei a sottolineare, signor Grondona, quello su cui lei non si sofferma abbastanza secondo me, ossia la tecnica dei cantanti: non si pretende e come abbiamo detto non è immaginabile che dovessero cantare alla Battistini, alla Mardones, alla Pavarotti, ma Domingo e Raimondi (che per me sono dei grandi professionisti) ormai non hanno più voce e senza voce non si fa niente; Grigolo (di cui apprezzo il timbro) potrebbe essere studiato da un qualsiasi studente di canto (me per esempio) per tutte le cose che non si devono fare: acuti con gli slanci verso l’alto, la faccia tutta contorta, la bocca con smorfie laterali… E questa carenza di tecnica nel secondo hanno portato ai problemi espressivi sopra citati, diventando schiavo della voce e non parone!<br />Quindi, io andrei molto cauto nel considerare Grigolo (non ho sentito la Novikova) un buon cantante: potrà esserlo forse tra 5 anni, ma al momento ha più demeriti che meriti.Papagenohttps://www.blogger.com/profile/01615084907772356913noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-73237060688466365052010-09-16T13:18:31.567+02:002010-09-16T13:18:31.567+02:00IV. Sapevo degli interessi di Shaw per l’opera e d...IV. Sapevo degli interessi di Shaw per l’opera e delle sue frequentazioni, ma non conoscevo i suoi saggi. Se il saggio proposto è del 1950 (anno della morte), io terrei bene a mente gli anni in cui Shaw segue il mondo operistico, e soprattutto cosa lui veramente intendesse per voice production e che rapporto dava al binomio tecnica/espressione perché (tenendo la convivenza obbligata di entrambe) se nel BelCanto il maggiore accento era sulla tecnica, nel Verismo (e non nei figli!) l’accento era sull’espressione ma che si sviluppava sui cantanti figli del BelCanto.<br />Il commento di Lauri Volpi lascia filosoficamente il tempo che trova, però è innegabile che i cantanti veristi sono cosa ben diversa dalla generazione seguente!Papagenohttps://www.blogger.com/profile/01615084907772356913noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-3243112291713739342010-09-16T13:18:14.961+02:002010-09-16T13:18:14.961+02:00III. Credendo molto sbrigativo il sunto “Il passat...III. Credendo molto sbrigativo il sunto “Il passato è sempre meglio del presente”, il blog della Grisi può rispondere in generale a questa affermazione, ma evidentemente risponde anch’esso alla regola che ci sono cose in cui è meglio il presente ed altre in cui è meglio il passato. <br />Sul Battistini si apre tutta la parentesi del gusto e del canto corretto (tecnica) che è un argomento profondo ma che vorrei riassumere dicendo che è innegabile che Battistini cantasse corretto, ma il gusto potrebbe non piacere oggi; ma ciò non esime reputare la sua tecnica corretta.<br />Dal punto vista tecnico-vocale, dal Tosi (Mancini, Garcia, Marchesi, Lamperti, Panseron, Shakespeare, Panofka, Lehmann) fino al Juvarra non si fa che ripetere che in generale si canta male.<br />Tre secoli che sentiamo sempre la stessa storia, eppure a me sembra che anche ai giorni nostri ci siano buoni cantanti, uscendo da una generazione di grandissimi nomi. Quindi, concordo sul fatto che ieri e oggi ci siano buoni cantanti: il problema è che oggi ce e sono tanti (troppi e non cito l’apporto del mercato discografico come propulsore) e come ce ne sono tanti, ce ne sono meno di qualità, rispondendo a mio avviso alla stessa legge economica per cui se 100 anni fa, la frutta aveva gusto ma si pativa la fame, oggi non si patisce più la fame ma i prodotti (in generale) non hanno più gusto, ed è raro ma non difficile trovarne come un tempo! <br />Quindi, signor Grondona, un punto su cui secondo me non si sofferma pienamente è la correttezza della tecnica del canto: questa si ha dei punti base che per certi aspetti variano nel tempo come per esempio l’ascesa in acuto in periodo rinascimentale ed in periodo romantico, ma come la tecnica di pittura e di scultura che si basano sulle mani e sugli arnesi, e saperli usare, anche il canto ha delle leggi “fisse”. Il risultato, che nel canto è l’espressione, dipende dal tempo storico, dall’autore e dall’opera stessa, però senza tecnica è molto difficile dare l’espressione che si vuole, e su questo punto concordo pienamente con Cesco, perché il cantante deve essere padrone del suo mezzo.Papagenohttps://www.blogger.com/profile/01615084907772356913noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-61963420349702259752010-09-16T13:17:57.520+02:002010-09-16T13:17:57.520+02:00II. Il signor Grondona offre tanti e problematici ...II. Il signor Grondona offre tanti e problematici punti di vista che ne aprono altrettanti ad essi legati.<br />Risposta alla premessa i) il fatto che il signor Grondona non frequenti il teatro ma soprattutto il disco offre una differente visione da quella dei collaboratori e lettori fedeli del blog, frequentatori di entrambi, e credo una visione dimidiata perché esclude i codici del teatro che nel disco non sono né immaginabili né pensabili. Senza contare che gli ascolti degli albori del disco presentano diversi problemi tecnici (dal suono disturbato, fino anche ad accelerare la velocità se non persino alterare le tonalità) ed anagrafici di certi cantanti (vedi un Tamagno) che registrarono a fine carriera. <br />Quindi, penso di poter affermare che la visione del Grondona è in parte viziata da questo metro e tendo a sottolineare come non lo intendo quale demerito ma come parzialità di visione.<br />Risposta alla premessa ii) il blog è veramente molto attivo per la diatriba sui castrati, e credo che al seguente link http://ilcorrieredellagrisi.blogspot.com/2010/08/mese-di-agosto-iii-castrati-falsettisti.html ci sia quanto di più esauriente si possa trovare.Papagenohttps://www.blogger.com/profile/01615084907772356913noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-84663566805654278862010-09-16T13:17:44.231+02:002010-09-16T13:17:44.231+02:00I. Premessa doverosa: ho riletto alcuni commenti d...I. Premessa doverosa: ho riletto alcuni commenti di Cesco dal suo ingresso nella famiglia Grisi fino ad oggi, ed ho notato che nella sua evoluzione (o involuzione) “stilistica” si è passati da un candore pacato e riverenziale iniziale ad un estremismo sufficiente e spocchioso odierno, da me più volte contestatogli in chat come estremismo.<br />Dopo questa premessa, commenterò l’intervento di Mauro Grondona ma vorrei veramente invitare Cesco allo studio, alla ricerca di uno stile di scrittura pacato, corretto e critico, e soprattutto umiltà perché ci vuole tutta una vita per imparare e migliorare, spesso non raggiungendo pienamente quel che si vuole. Questo è un consiglio di vita!Papagenohttps://www.blogger.com/profile/01615084907772356913noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-13090372433602280062010-09-16T12:51:20.269+02:002010-09-16T12:51:20.269+02:00PACE V'INTIMO!!!!
rispondo citando un episodio...PACE V'INTIMO!!!!<br />rispondo citando un episodio di vita vissuta e non credo sia la prima volta, che lo faccio attesa la prossimità alla senescenza o, comunque, all'età in cui i ricordi e il passato remoto cominciano a prendere il sopravvento.<br />Ventidue anni or sono studiando notte tempo per l'orale di procuratore legale mi tenevo sveglio ascoltando la televisione ed una notte su antenne 2 intervistarono la quasi centenaria madelein mathieu (zia della più nota mireille) che era stata un noto soprano falcon fra il 1910 ed il 1920.<br />Alla rituale domanda, che tutti i critici francesi propongono circa la grandezza della Callàs (per i Galli la migliore è quella del 1964) la vegliarda, battagliera, rispose che la Callas non aveva inventato nulla perchè nel 1909 lei aveva sentito Lilli Lehmann a Parigi. <br />Era la verità Maria Callas e con lei le solite Sutherland, Horne, Gencer etc non avevavo inventato nulla si erano limitate a riportare in auge una tecnica che era stata la regola sino al 1920 ossia per le cantanti nate sino al 1880 circa. Era la tecnica che consentiva ad un Margarete Siems di essere Marescialla e Zerbinetta, Crisotemide e Lucia. <br />Cito la Siems, ma l'esempio potrebbe essere riproposto con altre cantanti.<br />Poi la scuola non si è persa. Basta sentire come cantavano Frida Leider, Giannina Arangi Lombardi o Sigrid Onegin ed Ebe Stignani.<br />Erano però spesso sopraffatte e preferite a favore di cantanti che praticavano il gusto imperante. Cito una Favero una Caniglia. Si badi il gusto . E qui scatta a mio avviso quello che qualcuno a definito revisionismo. Mi spiego chi oggi ascolta l'atto di san Suplizio della Favero inorridisce e con ragione e perchè il personaggio diviene una baldracca da sbarco (non che Manon sia a San Sulpizio per la novena dell'Immacolata) e lo diviene per i suoni aperti in una certa zona della voce. E' sempre e solo un esempio, potrei prenderne altri come la linea di canto e la poca attenzione ai segni di espressione da parte di una Varnay in confronto alla Flagstad. Però il suono di Mafalda Favero con le artefazioni ed i birignao sta in una posizione dove, oggi, una Machaizde o una Dessay non sanno manco, protese come sono ad imitare la Caballè post 1975 o la Ricciarelli, o si sognano di piazzare i suoni. E l'unica attenuante, che hanno le citate signore e più ancora le poverette che studiano canto è che le maestre di canto, pure ex soprani deputati e rifiniti tecnicamente vanno insegnando a respirare con la panza in fuori o dicendo che non esiste il passaggio,fatto che è anche vero, se vogliamo, a condizione di respirare come Blake o la signora Magda Olivero.<br />Nessuna pretesa di completezza; e come potrei davanti a questi giovani vuoi trentenni o ventenni da cui ho solo da imparare.<br />Per chi intende la mia sola lingua devo toglier "el stignat dal fogh"<br />ciao domenicoDomenico Donzellihttps://www.blogger.com/profile/07500920627040381257noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-41131344474440483322010-09-16T11:45:25.812+02:002010-09-16T11:45:25.812+02:00Ma coerenza a cosa Cesconegre? Con che diritto dis...Ma coerenza a cosa Cesconegre? Con che diritto dispensi patenti di coerenza? Ti inviterei a non permetterti ulteriori arroganze, io non devo dimostrare certo a te (e a nessun altro) la correttezza delle mie idee: Semolino ha le sue (che rispetto anche se spesso non le condivido), ma non fa il processo a nessuno! Liberissimo di credere che il canto "finisca" nel 1940! Non pretendere però che tale affermazione (a mio avviso ASSURDA) sia accolta come verità assoluta. Dire che la Sutherland sarebbe stata una delle tante e forse neppure, mi spiace per te, per Semolino (che pure non afferma certo questa cosa: il suo discorso è ben diverso) per chiunque lo dovesse dire, ma è e resta una ASSURDITA'! Basti solo dire che prima di lei (e di Bonynge) il melodramma belliniano e donizettiano erano ridotti, nel migliore dei casi ad una lettura paraverdiana, nel peggiore erano sbraitati come Cavalleria o Pagliacci! Tutto torna alla questione dello stile: non è relativismo, ma rispetto dei principi! Bellini o Rossini scrissero le loro opere nella prima metà dell'800 e secondo quello stile vanno eseguite (e parlo di colorature corrette, variazioni coerenti all'epoca, cadenze di gusto o d'autore, fraseggio, volumi), già nel periodo verdiano l'estetica era mutata, figuriamoci dopo! Quello che si ascolta in talune testimonianze prebelliche è l'idea che del belcanto aveva il verismo e il tardo ottocento (lo si vede nell'esecuzione di agilità ed ornamentazioni che NULLA hanno a che fare con lo stile di un Rossini, ad esempio: senti che "roba" sono certe Rosine soubrette con picchettati e svolazzi liberty). Anche se gli interpreti sono eccellenti (non sempre) lo stile resta scorretto e l'intera fetta di repertorio è fraintesa! Bada bene: io differenzio belcanto e melodramma (Rossini, Donizetti e Bellini) da altri repertori, per cui non vi è stata una cesura così netta. Il Werther di Thill resta il massimo, così come certe incisioni del repertorio del tardo '800 russo di Kozlovsky e Lemeneshev, o la Dalila della Onegin, o il Wagner di Urlus! Ho molte più difficoltà a giodere di talune incisioni del medesimo periodo di opere di Rossino o Bellini, dove non rimane proprio nulla dello stile belcantista, dove il canto spianato e volgare si sostituisce all'astrazione e alla coloratura, dove l'orchestrazione è riscritta, dove le proporzioni sono compromesse da tagli sconsiderati, dove - solitamente - i ruoli tenorili (spesso fondamentali) venivano ridotti a bercianti comprimari! E' oggettivo che una corretta idea dello stile belcantista ed un suo effettivo recupero, è stato fatto solo nel periodo postcallasiano: da Bonynge, Sutherland, Gencer, Horne, fino alla Rossini Renaissance...che nulla, NULLA, hanno da invidiare alle divine dell'anteguerra (è piuttosto il contrario). Ci sarà un motivo per cui il Rossini serio è stato eseguito solo dopo gli anni '50 (salvo qualche titolo, ma talmente manomesso da risultare irriconoscibile)! <br />Non c'entra nulla il relativismo (premesso che non vi è nulla di male a non credere all'immutabilità dei valori: ti rammento che pure chi sosteneva che fosse la terra a girare intorno al sole veniva tacciato di eresia e relativismo...e magari bruciacchiato sui ceppi, in nome di una immutabile Tradizione...). Ripeto che sono il primo a sostenere l'unicità della tecnica corretta! E so bene che oggi lo studio di tale tecnica sia carente, per vari motivi, ma è argomento lungo e complesso.Gilbert-Louis Duprezhttps://www.blogger.com/profile/00188172687605394247noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-86689200046824727422010-09-16T10:56:41.834+02:002010-09-16T10:56:41.834+02:00...SEGUE...
Sui cantanti di oggi, ripeto, sarei f......SEGUE...<br /><br />Sui cantanti di oggi, ripeto, sarei felice che le mie affermazioni venissero smentite. Non mi basta però sentirmi dire da voi che la mia posizione è poco credibile (non esigo infatti che voi mi crediate, sono io a crederci, e tanto mi basta), perché l'unica smentita può derivare solo dall'ascolto di qualcuno che sappia cantare. Cosa che a me capita molto raramente.<br /><br />Comunque sì, Duprez, a mio parere è a partire dagli anni '40 del secolo scorso che inizia il verticale declino dell'arte canora. Semolino (per inciso, su questo blog lui è l’esempio massimo di coerenza) ha ragione quando dice che una voce come quella della Sutherland, eccezionale per i tempi in cui ha fatto carriera, mezzo secolo prima sarebbe stata solo una tra le tante, o forse nemmeno quello, vista la pronuncia del tutto evanescente. Ci sono stati comunque, negli ultimi decenni, cantanti formidabili, non lo nego, ma sono esistiti come specie protetta, in via d'estinzione. Oggi infatti non ce n'è più traccia: il declino è totale, forse il prossimo passo sarà l'avvento del parlato in vece del canto (ad oggi per la verità non parlerei nemmeno di ‘canto’, ma piuttosto di uno starnazzare, di uno strombazzare, di un grugnire a mo' di uomini delle caverne).<br /><br />Via, già adesso mi risponderete tutti scandalizzati, rimproverandomi per i miei “slanci giovanilistici” da integralista fanatico, quindi non mi sembra il caso di continuare: ripeto, le posizioni reciproche sono chiare.<br /><br />Saluti a tuttiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-90397752400812539482010-09-16T10:53:52.229+02:002010-09-16T10:53:52.229+02:00Penso che, da parte mia, non valga la pena andare ...Penso che, da parte mia, non valga la pena andare avanti in questa discussione. Le reciproche posizioni mi sembrano chiare abbastanza, perlomeno a me sono chiare le vostre, le mie non mi pare lo siano a voi, ma in tal caso non ho certo intenzione di ripetermi: quel che avevo da dire l'ho scritto, chi vuole lo rilegga.<br /><br />Da parte di chi non riconosce universalità e perpetuità ai valori fondamentali che, proprio in ragione del loro carattere fondante e del loro porsi come cardini per qualsiasi evoluzione (etica, politica, giuridica, artistica, stilistica, ecc.), si dicono 'principi', non mi stupisco affatto che le parole di Lauri Volpi, estranee al relativismo paraculturale che oggi va per la maggiore, vengano liquidate quali "affermazioni sconclusionate", "sbrodolate retoriche", "ridicolaggini". La vostra negazione tautologica, comunque, non toglie che la maniera in cui Mauro Grondona le ha citate ne abbia travisato profondamente il significato. Basta leggere quanto sopra riportato, non mi va qui di annoiarmi ed annoiarvi con pleonastiche ripetizioni, o ancora peggio con una spiegazione logica e sintattica del perché quel riassunto in verità non sia affatto un riassunto ma sia invece un equivoco se non una menzogna.<br /><br />Ringrazio Duprez per la essenziale ed efficace dissertazione a proposito delle diverse fasi storiche attraversate dal teatro in musica. Io parlavo di "opera lirica", 'melodramma', 'teatro lirico', menzionandoli tutti semplicemente quali sinonimi, in riferimento all'ambito generale del teatro musicale, forma d’arte che, a mio modo di vedere, non ha mai pretese di realismo, ma che anzi si fonda su di un codice, su di un linguaggio che per sua natura è quanto di più distante ci sia dalla realtà (non so, forse voi a casa vostra vi esprimete quotidianamente attraverso versi poetici e magari intonando temi musicali, io sfortunatamente non ancora … perdonate la facile ironia). Ed il primo elemento di questo codice è appunto la tecnica di canto: tecnica di canto che è UNA, e che fa tutt’uno con l’estetica del teatro in musica, o meglio si pone quale strumento fondamentale per la realizzazione di tale estetica. Una tradizione che voglia porsi in un rapporto dialettico con il proprio passato e che voglia rispettare l’essenza di quest’arte, non può vedere il canto e la sua tecnica essere considerati come concetti relativi, transeunti, secondari: sarebbe come affermare che la danza può prescindere dalla preparazione atletica dei ballerini, o che la scrittura può prescindere dalla conoscenza e dall’applicazione della grammatica. <br /><br />...SEGUE...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-68212780038740079372010-09-16T03:25:36.241+02:002010-09-16T03:25:36.241+02:00Sono assolutamente d'accordo in tutto e per tu...Sono assolutamente d'accordo in tutto e per tutto con l'amico Duprez.<br /><br />Nonostante non condivida in molti concetti l'interessante punto di vista di Mauro Grondona (i cantanti dei primi del '900 che oggi verrebbero fischiati, il Blog che non contestualizza le voci e l'evoluzione del gusto, affermazione facilmente smentibile con una attenta lettura dei nostri articoli dedicati ad esempio ai personaggi del "Don Carlo", o alla Carmen, oppure le analisi comparate sulla Leonora di Vargas della “Forza del destino”, le considerazioni sulla tecnica del canto e la qualità cinematografica e canora di questo Rigoletto), il nostro lettore ha espresso il suo punto di vista, un giustamente diverso punto di vista, in maniera civile e argomentata, virtù rarissime che i nostri detrattori e consimili hanno perennemente dimostrato di non conoscere e di non possedere.<br />Gli va dato atto di questo e della pacatezza con cui ha risposto agli attacchi, non capisco sinceramente perchè così aggressivi, di Cesconegre!<br />Non si può chiamare un grande scrittore ed intellettuale come Shaw "analfabeta del canto" visti i suoi trascorsi storici tra Bayreuth, Wagner, il Met e quant'altro; non si può accusare tutto lo scibile canoro di essere dilettantesco e ridicolizzare o incolpare la musica leggera che ha valore, storia e cultura al pari dell'opera.<br /><br />Criticare è lecito, stigmatizzare le carenze tecniche ed espressive anche, siamo brutti-cattivi-feroci, si fa dell'ironia, ci si confronta, ma spaccare il capello in otto, perchè in quattro sembra poco, demolendo indiscriminatamente ciò che si analizza per il gusto di demolire usando toni "eufemisticamente" sprezzanti non fa bene né ai lettori, né al blog, non mi piace né mi diverte.<br /><br />Marianne BrandtMarianne Brandthttps://www.blogger.com/profile/16526915069652483998noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-31844607379534159952010-09-16T01:45:28.783+02:002010-09-16T01:45:28.783+02:00Ps: aggiungo che non si dovrebbe confondere stile ...Ps: aggiungo che non si dovrebbe confondere stile e tecnica, che restano concetti diversi (essendo la seconda riconducibile ad una sola corretta, mentre il primo assume molteplici forme e si declina in molti modi differenti). Così come la grammatica dal linguaggio, altrimenti - come scrissi l'altro giorno in chat - si arriverebbe a dire che basta conoscere alla perfezione le regole della sintassi per scrivere come Manzoni!Gilbert-Louis Duprezhttps://www.blogger.com/profile/00188172687605394247noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-44473630575537045782010-09-16T01:34:09.439+02:002010-09-16T01:34:09.439+02:00Cesconegre...BASTA, ti prego, con questo tono sacc...Cesconegre...BASTA, ti prego, con questo tono saccente! Nessuno "imbroglia", nessuno "bara", nessuno ha citato "fonti inconsistenti" (Lauri Volpi è stato riassunto, ma il concetto espresso era il medesimo; Bernanrd Shaw non era un analfabeta musicale), nessuno si è atteggiato da "intellettuale" (solo per il fatto di essersi dilungato, poi...). Se hai problemi con punti, premesse ed elenchi non so che dirti...questione di gusti (a me non piacciono le sbrodolate di retorica, ad esempio, o l'incedere arrogante e piccato del tuo intervento).<br /><br />Ti ringrazio altresì, per aver concesso agli altri di professare idee differenti dalla tua (unica colpa, credo, del Sig. Grondona) e prendo atto con "piacere" che BONTA' TUA le altrui opinioni "non ti danno fastidio"...<br /><br />Mi spiace dirtelo, ma effettivamente le parole di Lauri Volpi (ridotte o integrali che siano) sono una sbrodolata retorica che, in realtà, non significa nulla: l'opera dal '700 al verismo ha avuto un suo percorso estetico ed espressivo, è passata dalla pura ricerca del bello ideale e della perfezione formale ed astratta, allo sviluppo di un'estetica degli affetti (ove la musica è chiamata a rappresentare la realtà dei sentimenti e delle emozioni), sino alla ricerca della verosimiglianza drammatica. Con buona pace tua e di Lauri Volpi, l'Opera Seria ha un suo linguaggio (astratto e metafisico), il melodramma un altro, l'opera romantica un altro ancora, così come il wort-ton-drama wagneriano, il naturalismo, il verismo e l'espressionismo. Dire che Tosca o Werther, ma anche Otello Cavalleria Rusticana (per non parlare di Lulu o Moses und Aron) siano "espressioni di un ideale incorporeo", avulso da ogni tipo di realismo o verismo, è dire una "bischerata"! Attribuire all'avvento del verismo una sorta di tramonto della civiltà (come fa un evidentemente annebbiato Lauri Volpi) è opinione non condivisibile, poichè errata nei presupposti: il canto ottocentesco non è un monoblocco, e dal primo Rossini al tardo Verdi (passando per Donizetti, Bellini, Weber,Wagner, Mussorgsky etc...) non può essere ricondotto ad una sola idea di astrazione, ad una retorica di "espressione dell'anima pura, non corrotta dal marciume del corpo" (a mezza via tra Neoplatonismo e pruderie cattolica)! E lo stesso Lauri Volpi NON canta come David o Nozzari...<br /><br />Quanto al resto: ribadisco che sostenere come tutto sia uno schifo, è cosa poco credibile. Ripeto, è lo stesso atteggiamento di chi si beve tutto quello che gli offrono! E poi, se si usasse il metro del "pelo nell'uovo" nessun cantante ne uscirebbe indenne: presente, passato e futuro. Io non ho pregiudizi: ascolto e ragiono. Circa il ritenere tutti dilettanti (anche tu sei dell'idea che il canto corretto finirebbe con lo scoppio della II Guerra Mondiale?) mi sembra boutade dovuta a spirito di contraddizione, o slancio giovanilistico. Quando non dovuta ad integralismo (che proprio non mi è mai piaciuto: in nessun campo). Quanto alla tradizione: io non la elevo a totem, né a fattore scriminante per giudicare il presente. Preferisco ragionare in termini di stile più o meno consono (stile che, IN TALUNI REPERTORI, la tradizione ha contribuito a travisare e falsificare).Gilbert-Louis Duprezhttps://www.blogger.com/profile/00188172687605394247noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-35692100726403411072010-09-16T00:51:50.299+02:002010-09-16T00:51:50.299+02:00Sono grato a Duprez per le sue parole e per quanto...Sono grato a Duprez per le sue parole e per quanto da lui scritto nel merito della questione, che ogni persona ragionevole (passatista o modernista che sia) condividerà facilmente.<br />A Cesconegre vorrei qui brevemente replicare come segue. <br />Ho citato Shaw, e non mi sembra una citazione così scorretta: ad es., Michael Scott, The Record of Singing, 1977, lo cita spesso, evidentemente stimandolo affidabile (il che non vuol dire che si debba sempre concordare con Shaw: basta richiamare Herman Klein, e i suoi saggi e articoli raccolti in Herman Klein and The Gramophone, Amadeus Press, 1990: su Shaw, pp. 353-356); e lo stesso Scott, nell’ottimo libretto introduttivo al CD Marston dedicato alla Patti e Maurel, lo cita qualificandolo come “stringent vocal critic”, e non come un analfabeta del canto. (Sarei invece stato poco corretto se, per dire, avessi citato il famoso e sintetico giudizio di James Joyce su Lauri Volpi). <br />Ho citato Lauri Volpi e una sua infelice intervista, che documenta una serie di affermazioni sconclusionate, come ha osservato anche Marco Ninci. <br />Sulla tradizione mutevole ma fondata su principi saldi. Non la penso così: tutto cambia, anche il contenuto dei principi, se non il loro nome. Libertà, responsabilità, bel canto, uguaglianza, correttezza stilistica, dignità, falsetto, Dio, giustizia: tutte parole il cui contenuto, nel corso del tempo, non è rimasto costante.<br />Naturalmente ognuno di noi fa bene a difendere la propria concezione del mondo (e del canto), purché non si pensi che ogni cambiamento sia un tradimento e una profanazione di una presunta purezza.<br />Un saluto a tuttiMauro Grondonahttps://www.blogger.com/profile/08890574480020491547noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-1932618035393808552010-09-15T19:59:55.174+02:002010-09-15T19:59:55.174+02:00Allora mi scuso, se il mio modo di pormi a qualcun...Allora mi scuso, se il mio modo di pormi a qualcuno è sembrato un po' villico e scontroso, anche se non mi pare, Duprez, di essere scivolato nell'offesa personale: semplicemente ho fatto notare la notevole inconsistenza delle fonti citate dal Sig. Grondona, visto che, da parte di chi scrive un commento di così largo respiro culturale, sostenendo tesi così intricate e stravaganti, ci si dovrebbe aspettare perlomeno un’argomentazione più onesta e trasparente. Chi come il Sig. Grondona travisa le fonti e le rigira in modo approssimativo a favore della propria opinione , per me non fa altro che barare ed imbrogliare, e merita pertanto una risposta un po' sopra le righe. Una commento come quello del Sig. Grondana, con quel piglio intellettualistico, e quel severo procedere per punti e premesse, in cui però nel citare un'intervista di Lauri Volpi se ne storpiano brutalmente le parole, fino a stravolgerne completamente il significato, a me sa proprio di imbroglio. Le opinioni degli altri non mi danno fastidio, purché siano sviluppate con rigore e correttezza (rigore e correttezza sostanziali, delle scalette e degli elenchi numerati ne faccio a meno, grazie), e purché non siano internamente contraddittorie.<br /><br />Rispondo alle due osservazioni che mi fai.<br />La prima sui cantanti. Oggi, se esiste qualcuno nel panorama professionistico che canta con una tecnica degna di tale nome, penso possa essere menzionato solo come rara eccezione. Sarei felice comunque di venire smentito: quando però mi capita di andare a teatro, trovo per lo più amare conferme a questa mia 'stupida' e 'preconcetta' generalizzazione.<br /><br />Quanto al discorso sulla tradizione, ti invito, insieme con tutti quanti coloro che, evidentemente, non hanno capito il senso delle mie parole, a rileggere con maggiore attenzione quel che ho scritto nel mio precedente commento, badando bene a tutte le parole che ho usato per descrivere la mia nozione di TRADIZIONE. Tra l'altro, il discorso che mi fai sul Bellini verista anteguerra e sul Rossini caccoloso di quegli anni, mi pare, qui, abbastanza fuori luogo. Io rispondevo infatti a Mauro Grondona, il quale sosteneva che il teatro lirico per vivere abbia bisogno oggi di una contaminazione con generi musicali e con codici artistici differenti, e che quindi sia giusto relegare il canto ad una posizione di secondo piano. Il discorso che si faceva, quindi, non c'entrava niente con la discussione sulla tradizione esecutiva iniziata l’altro giorno in chat. Per quella rimanderei ad altra sede, qui non ho certo intenzione di affrontarla.<br /><br />SalutiAnonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-61542400812580884932010-09-15T18:28:36.142+02:002010-09-15T18:28:36.142+02:00Prima di tutto vorrei suggerire a Cesconegre un ap...Prima di tutto vorrei suggerire a Cesconegre un approccio più urbano e meno aggressivo: ciascuno ha le proprie opinioni e anche se non condivise non meritano di essere derise o svillaneggiate. Soprattutto quando esse vengono motivate per esteso. <br />Il Sig. Grondona ha espresso, in modo educato, le sue idee, e per farlo ha argomentato in modo esauriente. Tu potrai non essere d'accordo (e neppure io lo sono, sia per quanto riguarda Rigoletto, sia per i controtenori), ma non puoi accusarlo di "imbrogliare", di "essere in mala fede", di "atteggiarsi da intellettuale", di "non capire un tubo di canto". Questo è un luiogo aperto a tutti, e come noi non gradiamo le offese così pretendo che non le dispensiamo ad altri.<br />Questo per intenderci.<br />In secondo luogo avrei da ridire su alcuni tuoi concetti che ritengo non condivisibili:<br />1) Non è vero che oggi NESSUNO sa cantare con la tecnica giusta: le generalizzazioni sono sempre stupide. Dire che tutto è uno schifo è equivalente a dire che tutto è splendido. Poichè deriva da preconcetti che nascono da un rifiuto aprioristico.<br />2) La TRADIZIONE non è un totem sacro e immutabile, da venerare e a cui genuflettersi. A volte è responsabile di scorrettezze, storture, travisamenti di interi repertori (ad esempio Rossini). A volte è becera (penso a certe opere buffe sbracate e piene di caccole). A volte è sopravvalutata. A volte, con essa, si perpetuano scempi più o meno gravi. A volte è solo una scusa per giustificare pigrizia mentale a modificare le proprie abitudini. OVVIAMENTE c'è anche un'altra tradizione, a cui guardare per confrontarsi e per apprendere. Bisogna però evitare sacralizzazioni, soprattutto dei vizi e delle storture che, con la scusa di nome grandi e grandissimi, vengono giustificati e presi ad esempio. Sostenere che il Bellini in salsa verista di alcune incisioni anteguerra sia un esempio da seguire è semplicemente inaccettabile. O che il Rossini che si faceva nei primi anni del '900 (riorchestrato e riscritto) sia un qualcosa da imitare, è assurdo. Bisognerebbe evitare sempre estremismi e atteggiamenti preconcetti. E soprattutto ritenere che si stia sempre sul campo di battaglia, al suono di parole d'ordine manichee: o con noi o contro! Non è così grazie a Dio. Io critico certi aspetti del passato, ma non mi bevo il presente con entusiamo. Circa la tradizione mi piace sempre ricordare Furtwangler quando diceva che spesso essa è il brutto ricordo dell'ultima brutta esecuzione a cui abbiamo assistito.Gilbert-Louis Duprezhttps://www.blogger.com/profile/00188172687605394247noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-65362882343736494702010-09-14T21:09:37.032+02:002010-09-14T21:09:37.032+02:00comunque su Pavarotti il discorso sarebbe un pò pi...comunque su Pavarotti il discorso sarebbe un pò piu complesso,resta il fatto che prima di morire disse che voleva essere ricordato per quello che era cioè un cantante d'opera...pasqualehttps://www.blogger.com/profile/03138120204784517289noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-42577752876537805002010-09-14T19:22:07.794+02:002010-09-14T19:22:07.794+02:00Le parole di Lauri Volpi, riportate nella loro int...Le parole di Lauri Volpi, riportate nella loro integralità, mi sembrano anche peggiori di come le ha riassunte il Sig. Grondona, con le cui tesi sostanzialmente concordo; grondano di fatua retorica.<br />Marco NinciMarcohttps://www.blogger.com/profile/07358544889367674001noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-70800043575853244332010-09-14T16:00:36.099+02:002010-09-14T16:00:36.099+02:00...SEGUE...
I nuovi generi musicali non contribui......SEGUE...<br /><br />I nuovi generi musicali non contribuiscono affatto ad allungare la vita del teatro lirico. Semmai è il teatro lirico che spesso ha servito quei generi come docile ancella, basti pensare alle gesta disfattiste di Pavarotti, esponente di spicco del tenorismo operistico del secondo Novecento, che negli ultimi vent’anni della sua vita ha scelto di trasformarsi in una star da discoteca. Sono intimamente convinto che questo non sia affatto un servizio per l’opera lirica, ma che al contrario sia un grande favore fatto alla musica pop. Il fatto che oggi non esistano praticamente più voci che conoscano una impostazione professionale del suono è la diretta conseguenza di questo gusto che si è imposto per il vociare dilettantesco dei canzonettari della musica leggera. Checché lei ne dica – francamente dubito che, pur lei dichiarandosi ascoltatore di 78 giri, ne capisca qualcosa di canto – una voce come quella di Grigolo o come quella di Domingo non padroneggiano affatto una tecnica professionale e di conseguenza ignorano completamente ogni tipo di controllo (salvo che lei per “controllo” intenda il passare dall’urlo becero e sguaiato alla mugolante lagna stimbrata e spoggiata: la negazione cioè del canto professionale). Senza tante inutili perifrasi e mezze misure, Grigolo e Domingo sono, e sempre sono stati, due dilettanti della vocalità, e qualsiasi ascoltatore che abbia una minima idea di cosa sia il vero canto li troverebbe a dir poco ripugnanti. Sottolineo, ripugnanti, e raccapriccianti.<br /><br />Lei parla e si atteggia da intellettuale, ma mi pare che ignori completamente quale sia il significato e l’importanza della parola TRADIZIONE. Tradizione come trasmissione viva, mutevole, NON immobile, ma ancorata a PRINCIPI saldi, perché essenziali, fondamentali, che segnano la continuità con il passato. L’opera lirica che prescinde dal canto, ed ignora pertanto il proprio basilare principio, la propria ragion d’essere, la propria più intima essenza, semplicemente NON è l’opera lirica. L’Opera senza il Canto (il canto autentico, non quello zotico ed incivile cui Lauri Volpi fa riferimento nella sua intervista, e di cui abbiamo perfetta manifestazione in Grigolo, Domingo e Raimondi) non è più Opera. E’ televisione, cinema, culturame da quattro soldi, fenomeno di costume mondano, di certo non è teatro lirico. Si inizi a chiamare questa impostura con il nome che le spetta.Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-11650650081624243582010-09-14T15:57:21.809+02:002010-09-14T15:57:21.809+02:00Mauro Grondona, lei bara, perché, per argomentare ...Mauro Grondona, lei bara, perché, per argomentare le sue discutibilissime tesi, fa ricorso, da una parte, all’opinione di un irlandese, grande drammaturgo, ma del canto analfabeta come Bernard Shaw (ed in quanto analfabeta del canto, fonte per niente autorevole, ma semplice discutibile opinionista), e dall’altra cita, come antitesi, un’intervista del grande Lauri Volpi (lui sì esperto autorevole), travisandone però completamente il significato e le parole. L’intervista si trova su youtube a disposizione di tutti, Lauri Volpi dice una cosa ben diversa e assai più sottile del brutale riassunto che lei ne fa; le parole di Lauri Volpi sono queste:”E’ una cosa meravigliosa quella di poter celebrare a 85 anni questa simbiosi, questa unione, questa convivenza della mia mente con la mia voce; per me questa è come una incarnazione del verbo – logos - e dell’intelligenza nei suoni; e per me il canto è stato esclusivamente una realizzazione dell’ideale del belcanto dell’Ottocento; oggi col Verismo tutti strillano, tutti urlano, non hanno una mezza voce! La voce deve essere completa, la voce deve essere espressione dell’anima, altrimenti è espressione di un corpo! Oggi tutti i corpi sono corrotti, maschi e femmine, perché abbiamo toccato il fondo della civiltà”. Queste,caro Mauro Grondona, visto che lei sembra atteggiarsi da intellettuale, non sono affatto ridicolaggini: questo è un compendio perfetto della più intima essenza dell’estetica del melodramma, e più in generale dell’arte e del suo significato nella nostra civiltà occidentale. L’arte, la musica, il canto, la voce come espressioni di un ideale incorporeo, avulse da ogni tipo di realismo o verismo: il melodramma come rappresentazione di sentimenti astratti, puri, slegati dalle loro manifestazioni terrene, corporali. Questa è l’essenza del melodramma ottocentesco, traviarla significa perdere di vista il senso ed il significato di questa forma d’arte.<br /> <br />Sul Rigoletto di Domingo non credo sia il caso di sprecare altre parole, tutto è già stato detto e altro non c’è da dire. Mi permetto solo ancora due considerazioni in risposta al suo intervento.<br /><br />...SEGUE...Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-87643351437618077922010-09-14T00:14:51.487+02:002010-09-14T00:14:51.487+02:00Voci usurate, quelle di Domingo e di Raimondi? Cer...Voci usurate, quelle di Domingo e di Raimondi? Certamente sì. Ma Raimondi ha cantato, in piena carriera, pure peggio, e Domingo è addirittura meglio di come mi sarei atteso (molto, molto peggio il Pavarotti anziano del Domingo anziano).<br />Il soprano: le vostre critiche sono incomprensibili; è ovvio che non canta come Nellie Melba, ma se io nel 2010 mi accosto all’ascolto di una Gilda non posso e non debbo aspettarmi di ascoltare una Melba (che oggi sarebbe derisa, come la Sembrich, la Galvany ecc.).<br />Potreste obiettarmi che voi non esaltate solo i cantanti dei 78 gg., ma anche molti cantanti moderni (Lina Pagliughi, per dire). È vero, ma allora, e a maggior ragione, non sento nulla nella voce della Novikova che mi scandalizza e che giustifichi il tono così aspro della recensione. <br />Io non so davvero, oggi, cosa passi il convento operistico, e nemmeno m’importa molto saperlo. Ma se Grigolo e Novikova sono il peggio o quasi, come voi scrivete, c’è qualcosa che non va: o io non sono in grado di distinguere un cantante decente da uno pessimo (tenendo fermo questo criterio generalissimo ma che dovrebbe trovare il consenso di tutti: il professionista, che è un cantante decente, controlla la voce, il non professionista, che è un cantante pessimo, no; naturalmente, si può poi essere professionisti decenti ma non artisti ecc. ecc.: le combinazioni sono quasi infinite), oppure voi seguite un criterio di giudizio che, come dicono i giuristi, prova troppo, e dunque c’è qualcosa che non va. <br />Poiché mi pare indiscutibile che Grigolo e Novikova sappiamo sufficientemente controllare la propria voce, propendo per la seconda delle due alternative. <br />Resta naturalmente salva una via d’uscita, che unirebbe molti passatisti: trovare generosi finanziatori, a partire da noi stessi, per dar vita ad una scuola di canto (à la Garcia? à la Marchesi?) e aprire un piccolo teatro dove udire gli allievi dei 78 gg. Aprireste le sottoscrizioni? <br />Saluti, e scusate la lunghezza.<br />[IV. fine]Mauro Grondonahttps://www.blogger.com/profile/08890574480020491547noreply@blogger.com