tag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post7376711228990089264..comments2023-05-15T12:16:12.829+02:00Comments on Il Corriere della Grisi: La stagione ideale: Boris Godunov (ed. Rimsky-Korsakov)Giulia Grisihttp://www.blogger.com/profile/15060494139419281147noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-39922366158592044612009-06-11T22:42:38.690+02:002009-06-11T22:42:38.690+02:00mozart2006 ha detto... Cara Giulia,auspico che nel...mozart2006 ha detto... Cara Giulia,auspico che nel tuo cartellone ideale trovi posto un bel Wagner in italiano,a recuperare una prassi che il compositore non condannava,anzi addirittura auspicava.<br />---------------------------------<br /><br />Mi chiedo come mai gli inglesi siano riusciti a mantenere viva una vera e propria tradizione di repertorio tradotto e cantato nella loro lingua al Teatro nazionale inglese, parallelamente al Covent Garden dove tutte le opere sono in lingua originale. Invece tutto questo è andato perso negli altri paesi europei.(?)Semolinohttps://www.blogger.com/profile/13380950637224532180noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-59316284187011176682009-06-10T20:40:34.207+02:002009-06-10T20:40:34.207+02:00Come non concordare con il contenuto del post e co...Come non concordare con il contenuto del post e con il sempre acuto commento di Marco Ninci!<br /><br />La cosa paradossale è che molti di coloro che si strappano le vesti per denunciare il reato di “appropriazione indebita” di cui si sarebbe reso colpevole Rimsky, sono gli stessi che non solo tollerano, ma addirittura incoraggiano le più radicali (a volte raffinate, spesso e volentieri strampalate) interpretazioni di opere famose da parte dei campioni del Regietheater!dalandhttps://www.blogger.com/profile/10856706986427410135noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-72140478599214566952009-06-10T15:08:58.598+02:002009-06-10T15:08:58.598+02:00ciao mozart,
la cadenza della stagione dei sogni s...ciao mozart,<br />la cadenza della stagione dei sogni sarà, credo mensile. ho il sospetto che con riferimento ai titoli la fantasia dei "compilatori" come altrove siamo chiamati sia cospicua pur nel solco della più solida tradizione (passatismo alcuno dice!)<br />ciao <br />ddDomenico Donzellihttps://www.blogger.com/profile/07500920627040381257noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-35181843913139963392009-06-10T14:09:35.599+02:002009-06-10T14:09:35.599+02:00D´accordo in toto con l´amico Marco.Il Boris nella...D´accordo in toto con l´amico Marco.Il Boris nella versione riveduta ha un suo preciso posto nella storia della musica,allo stesso modo del Messiah nella rielaborazione mozartiana e dell´Idomeneo rivisto da Richard Strauss.<br />Cara Giulia,auspico che nel tuo cartellone ideale trovi posto un bel Wagner in italiano,a recuperare una prassi che il compositore non condannava,anzi addirittura auspicava.<br />Seguiró attentamente gli sviluppi di un dibattito che si preannuncia stimolante.<br />Salutimozart2006https://www.blogger.com/profile/00559761526001242960noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-768470265728985012009-06-10T09:05:41.517+02:002009-06-10T09:05:41.517+02:00Caro Marco,
grazie del commento e soprattutto del...Caro Marco, <br />grazie del commento e soprattutto della chiosa finale circa la storia quale divinita' che non sopporta di venire trascurata.<br />La storia, infatti, e' strumento usato modi contraddittori e diversi nella musica. La storia la si tira in ballo quando serve a giustificare certe scelte e la si dimentica quando si vogliono affermare altre e diverse scelte, ad libitum delgi esecutori.<br />Storia si? storia no? o forse sarebbe meglio parlare di storicismi, strumenti conezionati per giustificare l'arbitrio?<br />Il caso del baroccoè' emblematico per provare la manpolazione, l'uso strumentaleche della storia si fa, valida per il canto( valida davvero poi....?) ma non valida per la mise en scene....etc...<br />Spero che avremo modo di parlare di questo tema in futuro per`che' degno della massima attenzione e alla base di tante moderne storture musicali.<br />a presto<br />gGiulia Grisihttps://www.blogger.com/profile/15060494139419281147noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3653372109951089251.post-67526550109463562462009-06-09T18:23:04.219+02:002009-06-09T18:23:04.219+02:00Cari amici, purtroppo i complessi culturali sono q...Cari amici, purtroppo i complessi culturali sono quanto di peggio si possa immaginare per la comprensione dell'opera d'arte. Dico i complessi culturali, non la cultura. Perché fra i due elementi c'è secondo me una relazione inversa; sono proprio le persone meno colte ad essere le più complessate culturalmente. In effetti, quando ascolto la parola "progetto", nel senso di individuazione di un nucleo unitario attorno a cui costruire una stagione operistica, un ciclo di concerti o anche il programma di un singolo concerto, non posso essere d'accordo. Trovo in questo qualcosa di penitenziale, quasi un'acculturazione forzata di tipo collettivista; oltre che un'arroganza senza fine, quasi che soltanto da un'imperscrutabile autorità si possa udire la voce del politicamente corretto. E invece a me piace il politicamente scorretto. Mi piacciono gli accostamenti imprevisti, fantasiosi, forse anche assurdi. Perché chi ha cultura può trovare in questi uno stimolo ad accostare cose lontanissime fra loro; le persone più ingenue d'altro canto si divertiranno senza essere costrette a tornare a scuola da una burbera maestra. A questo discorso può riallacciarsi anche il vostro post sul "Boris". E' vero; la versione originale è degna di tutto il rispetto possibile, a parte il fatto che spesso ci vengono ammannite come versione originale mescolanze delle diverse versioni dell'opera. E ci vengono proposti tagli di cui non viene detto nulla. Per esempio, il taglio alla fine dell'atto polacco, con l'ulteriore intervento del gesuita Rangoni, nelle esecuzioni scaligere di Abbado. Tuttavia, anche tacendo di questo, non si può liquidare la versione di Rimsky come l'opera di un accademico, di contro alle autentiche intenzioni artistiche dell'originale. Rimsky non era un parruccone ma un fior di artista. E si deve a lui se l'opera ha camminato per i palcoscenici di tutto il mondo e non è rimasta confinata negli orizzonti nazionalistici e panslavisti dei "Cinque". Un malinteso concetto di rispetto culturale (ma non è forse il Vangelo che ci induce a liberarci dal rispetto umano?) ci fa disprezzare la versione di Rimsky. Ma essa è una parte fondamentale della storia dell'opera; quindi, della sua ricezione; quindi, della sua natura e della sua essenza, visto che l'opera è quello che è attraverso l'esperienza di tutti coloro che l'hanno ascoltata nei luoghi e nelle epoche più diverse. E' la stessa questione del barocco, confinato dai suoi adoratori in una specie di limbo passato, scisso dal suo futuro e dall'esperienza di tutti coloro che sono venuti in contatto con lui dopo. E' un barocco separato dalla storia, che nessun strumento originale può pretendere di raggiungere. E' il trionfo di uno stile generico, in cui le differenze fra i singoli compositori scompaiono, secondo l'immortale frase di Adorno: "Dicono Bach e intendono Telemann". Tant'è che questi esecutori si annoiano presto della loro purezza e si gettano a corpo morto su Mahler, Bruckner, Schubert e Verdi, quasi liberati dal letto di Procuste che è servito loro da salvacondotto nel mondo della musica. Ma questo è il prezzo da pagare alla storia, una divinità che non sopporta la si trascuri.<br />Marco NinciMarcohttps://www.blogger.com/profile/02198115164546345161noreply@blogger.com