giovedì 7 febbraio 2008

Jonas Kaufmann: Romantic Arias


Tra le cose che ho riportato in Italia da un viaggio di diletto in Francia e Germania mi è capitato anche un cd, di prossima uscita in Italia e che certo interesserà anche voi. Confesso che la sua avvenenza è notevole: ti guarda dalla copertina con i suoi begli occhioni scuri, e, poi, quella foto del librettino, un po’ stile JDF, con le mani in tasca e i basettoni….insomma…proprio belloccio!
Kaufmann fa di tutto per sedurre, perché anche la sua voce, che lui cerca di far oltremodo “maschia”, tradisce le sue naturali attitudini. E’ anche questa una qualità indispensabile per la carriera, soprattutto al giorno d’oggi, dove le scene sono popolate da una miriade di tenorili vocine e vociuzze, capaci di acuti zanzareschi e di virtuose acrobazie simili al ronzio di un insetto……insomma, quanto di più asessuato si possa ormai tollerare. Anche la Decca fa leva sul lato sexy per creare il look della sua nuova star.
Il programma è completo, tocca i più grandi ruoli dell’opera romantica italiana, francese e tedesca e vorrebbe avallare la candidatura del bel tenore tedesco al cosiddetto repertorio nei grandi teatri di tutto il mondo.
La voce, abbastanza ampia in teatro, come abbiamo avuto modo di sentire nella recente e sfortunata Traviata scaligera, si può apprezzare in ogni dettaglio grazie alla ripresa ravvicinatissima. Più che tenorile, il timbro, artificiosamente oscurato, è baritonale. Decisamente baritonale. Potrei dire che ricorda un po’ quei tenori alla Vinay senescente, se non fosse che…. Vinay suona chiaro di fronte a Kaufmann. Il suono è spesso, forzatamente greve nel centro, inadatto a qualsiasi salita verso l’alto, dove gli acuti suonano ghermiti, spinti, frutto di contrazioni di gola. Il timbro, nonostante l’evidente dilettantismo tecnico, resta omogeneo, a prova della bella dote naturale, ma quando arrivano i tentativi di smorzare i suoni, o gli attacchi di frasi scomode…….apriti o Cielo! Siamo di fronte ad un dilettante che imita, come al solito nei difetti, Franco Corelli, o un professionista del dilettantismo che imita Josè Cura? Fatto sta, che nemmeno gli artifici che la sala d’incisione modernamente mette a disposizione emendano il terribile canto del simpatico ragazzone tedesco che assai spesso…..davvero latra! Non so nemmeno quanto tempo Kaufmann possa pensare di durare senza trovarsi anche lui, come è d’abitudine oggi, alla porta del fonoiatra in preda a polipi, ispessimenti delle corde, edemi o….lische di pesce !!! Le gesta di Cura, o di Villazon and friends non lo spaventano?.....
Ascoltato l’intero programma discografico le caratteristiche del signor Kaufmann confermano impietosamente l’ascolto teatrale.
E potremmo anche fare basta, perché le caratteristiche compaiono costanti in ogni brano.
Tanto per fare qualche esempio. Lionello di Marta, che tenori sino agli anni ’60 ci hanno tramandato dolce e sognante, canterà anche nella lingua originale, ma la romanza è staccata ad un tempo velocissimo, la ripresa (che i grandi del passato offrivano a mezza voce) è un falsettaccio sgradevole e chioccio.
I tentativi, secondo tradizione e spartito, di addolcire sia l’ ”Oh dolci baci” che il “disciogliea dai veli” dell’addio alla vita di Cavaradossi suonano afoni e”indietro”. In questo anche il Rodolfo della “gelida manina” il degno compare di Cavaradossi, come tecnica e gusto.
L’Alfredo di Traviata a parte un rauco do acuto alla ripresa della cabaletta (nota, che in Scala, se non ricordo male, non eseguiva nel luglio scorso) procede nell’aria a balzi, senza legato, perché la tessitura, che investe la zona del passaggio superiore, costa sforzi immani al dilettante.
Poi arriviamo al repertorio francese: Faust. Il signor Kaufmann fra l’urlo a piena voce e il falsetto del do acuto della “presence” opta per la seconda versione. Ottima scelta, molto francese, tipica dei tenori baritonali. Ma quei tenori baritonali -Jadlowker per tutti- avevano nella prima sezione dell’aria il tono sognante dell’innamorato. Kaufmann è sgraziato e pesante sin dal recitativo.
Il resto di conseguenza come le urla di don José nella frase, paradigmatica, di “libero schiavo amor mi fe”, dove i tenori del passato (penso alla registrazione di Rosveange) montavano in cattedra o i suoni duri ed ingolati di des Grieux nel “fuyez” della ripresa dell’aria del terzo atto del capolavoro di Massenet. Nessun sognante adolescente, ma una sorta di Canio, alle presa con problemi di fedeltà coniugale.
La summa dell’insipienza tecnica e vocale di Kaufmann appare in tutto il proprio splendore al “Parmi veder le lagrime”. L’aria è scabrosa perché insiste sul passaggio. Eppure tenori corti come Schipa l’eseguivano con fluidità e dinamica magistrale e lo stesso ha fatto in disco Carlo Bergonzi, tenore baritonale per eccellenza. La salita al la acuto del “lo chiede il pianto della” che Verdi prescrive dolce è un raglio. Tralasciamo le forcelle omesse “che vorria” e “coll’anima” in zona scomodissima, e glissiamo sulle difficoltà che “le sfere agli angeli” ogni volta che compaiono, puntuali propongono.
Buon ascolto per chi volesse investire il proprio denaro acquistando questo cd....un vero bond argentino!

16 commenti:

Anonimo ha detto...

sottoscrivo in toto.
cordialità.

Computer-Tante ha detto...

How poor are those who live in the past and can't live in and with the present and future?
I recommend to read this review written by an Italian writer who knows what she is talking about and has the knowledge and the ability to put it into the right words.
http://www.operaclick.com/pagpn/vrec.php?id=2542

Antonio Tamburini ha detto...

Cara Adina, i parametri con cui vengono stese le recensioni sono vari e diversi.

Un cantante lo si può ascoltare, amare, desiderare, ci si può fare illudere, lo si può persino... sognare. E se ne può scrivere... in tanti modi.

Noi ci limitiamo ad ascoltare e recensire, con l'ausilio delle orecchie, del cervello e della memoria. Buona lettura, se ritieni di sostare da queste parti, altrimenti bon voyage.

Daniele Piras ha detto...

Vorrei dire, in risposta ad Adina, che non tutti i recensori dimostrano di avere gli strumenti cognitivi idonei alla valutazione tecnica di un cantante; Giulia Grisi dimostra di averli, con ciò che ha scritto, a differenza della "moderna" collega della recensione proposta, che non dà nessuna indicazione affinchè il lettore possa farsi un'idea precisa della voce in esame.
Molti ascoltano, alcuni recensiscono, ma pochi sentono e capiscono davvero.
Un cordiale saluto

Giulia Grisi ha detto...

Grazie della stima !

Daniele Piras ha detto...

Figurati. Quando è meritata come nel tuo caso fa piacere parteciparla. Finalmente qualcuno che scrive la verità.
Auguroni, a presto!

pol ha detto...

buondi', non vi sembra di esagerare su Jonas Kaufmann? non sarà un Duca ideale, le sue mezzevoci non saranno tecnicamente ineccepibili, da un punto di vista strettamente belcantista, ma trovo che sia comunque un cantante di eccezionale talento : in ogni caso parlare di "latrare" mi sembra veramente ridicolo, e soprattutto trovo di pessimo gusto la vignetta- che per fortuna avete tolto - con la testa di cane...dai...
pol

Giulia Grisi ha detto...

Caro Pol...no.Non mi sento esagerata, e la testa di lupo ( l'immagine simile alla copertina dell'LP, rappresrnta un lupo mannaro)era perchè in teatro talora davvero...... ULULA.
LA voce è ingolatissima, sebbene asssai grande....giù giù giù, orribile, soprattutto quando canta brani come il Faust che hanno esigenze stilistiche ben precise. e di EMISSIONE

In Scala è stato contestato per questo motivo, ha scandalizzato per la grevità del suo canto.

E condividiamo quest opinione con parecchia gente, e qui sopra ne hai un assaggio.

Semolino ha detto...

Non penso, come afferma pol, che abbia talento. Ha una gran voce e un fisico che piace al publico dagli occhi attenti ma dalle orecchie distratte. Ma di canto proprio non se ne parla nemmeno. Già fa troppo la voce, che scurisce artificiosamente mettendola non so dove, zero legto, stimbra invece di alleggerire, apre spaventosamente i suoni, è un modo di cantare brado e becero.Pure contrazioni di gola. Lo trovo veramente inascoltabile e improponibile come cantante, magari come fotomodello chissà............ma in tal caso preferisco Florez!

saba ha detto...

questa di Bergonzi tenore baritonale per eccellenza mi risulta nuova, Non ha nè il corpo nei centri del bari-tenore nè gli armonici nè le note gravi..Caruso è un tenore baritonale, Vinay, ma di certo non Bergonzi

Sebastiano ha detto...

Trovo veramente ingeneroso e sgradevole il modo di giudicare il cantante jonas Kaufmann. Anche a me la sua voce, o piuttosto il modo come jonas usa la sua voce, non mi piace tanto, tuttavia non si può negare che sia un grande cantante, egli affronta qualsiasi tipo di ruolo, sempre con la sua voce, e con questa riesce a strappare applausi infiniti e approvazione da parte del pubblico. Tutte le disquisizioni tecniche della signora Adina mi sembrano faziosi e inutili. Se c'è un appunto da fare non è a Kaufamann che bisogna farlo , ma ai suoi maestri di canto, che non sono riusciti a educare adeguatamente la sua voce. Non facciamo i maestri quando non lo siamo. Sebastiano.

Marianne Brandt ha detto...

Ricapitolando:

Jonas Kaufmann canta in maniera discutibile per non dire pessima a causa dei suoi maestri di canto che gli hanno consigliato di emettere la voce in maniera artefatta, sbadigliando, ululando e falsettando, però siccome una parte del pubblico va in deliquo ascoltando i suoi "suoni" è un "grande cantante"...

mmm... c'è qualcosa che non quadra...

Marianne Brandt

ლუკა ნახუცრიშვილი ha detto...

Caro Sebastiano,

hai detto: "Non facciamo i maestri quando non lo siamo."

Credo che la tragedia oggi è che un normale melomane che ha una minima conoscenza di tecnica di canto, può dare al cantante consigli più utili e sani di un maestro di canto. Quello che consigliano i maestri, soprattuttto quelli più rinommati, è: mettere la voce giù, scurire, gonfiare.
Kaufmann è una delle tante vittime di questa nuova moda fatale tra pubblico ed i maestri che vorrebbero seguire il gusto del pubblico. Avendo una voce da lirico, ma gonfiando e scurendo, crea una sonorità fittiva che non è la sua, che non gli è connaturale, e che gli fà sbagliare molto spesso repertorio. Fà un repertorio per cui sembra avesse la voce giusta, ma invece, siccome quella sonorità non è basata sulla materia che lui possiede veramente, incorre in problemi gravissimi e si trova spessissimo al limite delle sue possibilità.

Sebastiano ha detto...

Gentle Signora Giuditta Pasta
Ho letto attentamente e con piacere il suo commento a quanto scritto da me sul tenore Kaufmann: Le dico subito che sono perfettamente d'accordo con lei sul modo che kaufamann gestisce la sua voce. Io spesso mi sono chiesto quale sia veramente la voce di Kaufamann, quella non bella della del registo centrale o quella bellissima dei suoi acuti puliti slaciati e sostenuti? Non trovo assulutamente punti contatti e continuità fra queste due registri, e questo mi addolora perché sono costretto a dire anch'io che la voce di Jinas non è tutta bella. Mi creda io potrei farLe un elenco di tutte le manchevolezze i gli errori sulla cattiva impostazione della voce di Kaufamann sul registro centrale. Non sono un maestro ma ascolto cantanti lirici, donne e uomini da circa 55 anni, quindi posso esprimermi in qualche modo. Ha successo anche perché ha fascino e coraggio e questo piace monto al pubblico e devo dire anche a me. A anche un ottimo attore e questo trascina tanto, non fa sentire spessime volte. Ciao Sebastiano.

Anonimo ha detto...

Scusate ma se i suoi acuti sono belli (forzati e gutturali) quelli di corelli o savastano o potrei farne molti altri..com'erano? Poichè se vi piacciono gli acuti di kaufmann non potete apprezzare quelli sopra citati

ლუკა ნახუცრიშვილი ha detto...

Caro Sebastiano,

direi che il più grande problema e la cosa meno bella o davvero brutta nella voce sono proprio gli acuti. Al centro ha questo suo timbro baritonalizzato che può ancora funzionare, ma appena sale la voce geme, si sbianca, diventa rauca, perché non esegue il passaggio che è la cosa più elementare che un buon tenore deve sapere fare.
Nessuno nega il suo fascino teatrale (è una evidenza che a un certo pubblico piace), ma credo che i difetti di Kaufmann siano abbastanza gravi per meritare di essere sistematicamente sottolineati. Questo ci pare importante soprattutto perché una promozione di questa genere di canto ci porta solo in una impasse. La voce si matura e si sviluppa e si fà funzionare con correttezza e potenziale di lungevità non scurendola e gonfiandola artificiosamente, ma lasciandola maturare col tempo e col giusto esercizio tecnico. E' una cosa che oggi si fà solo raramente ed è per questo che la maggioranza dei giovani cantanti incontrano tanti problemi nella gestione delle loro voci. La strada per le voci come quella di Kaufmann è una strada retrocessiva. Il suo volume, per esempio, si è già ridotto rispetto agli anni passati (perché spinge terribilmente). Lo stesso vale per una Nina Stemme e tanti altri.
Questi sono pensieri tratti da un ascolto che vorrei chiamare responsabile. Quando sento che un cantante sta facendo male a se stesso, non riesco ad "emozionarmi". C'è nella critica di un cantante non solo un aspetto estetico, ma anche un aspetto etico che i crtiici ufficiali ed anche i maestri sembrano avere dimenticato in cambio di risultati facili e veloci.