Cara Aspasia, cari lettori tutti,
non ignoro affatto come sussisterebbero validi motivi per ricusare il provocatorio invito ad immaginare la stagione dell’ipotetico “teatro Grisi”. Il primo: che per noi l’opera è solo un hobby e deve rimanerlo pena l’abbandono del ludus in caso di occupazione professionale nel mondo dell’opera. Il secondo perché il ludus Corriere della Grisi non contempla istituzionalmente l’applicarsi alle opere di misericordia spirituali, dettagliatamente “insegnare agli ignoranti” e “soccorrere i dubbiosi” pure numerosi e professionalmente impiegati nel mondo del melodramma. E non già quali ascoltatori. Terzo perché il Corriere della Grisi, pur nell’incontrollato amore per il melodramma in ogni declinazione non è luogo di realizzazione della massima evangelica “porgere l’altra guancia”, che nel caso di specie si concreterà in pagine internet, threads di ironie, derisioni, auspici di pronta quanto dolorosa morte, lasciati in bella vista in altri luoghi virtuali, che, operisticamente parlando, privi di argomenti hanno eletto questo blog quale prediletto. Pazienza, da tempo, benché agnostici, atei ed anticlericali, applichiamo l’insegnamento” sopportare pazientemente le persone moleste, perdonare le ingiurie e sopportare le offese”.
Or bene, come usano fare i direttori artistici stipendiati (da noi !!), quest’ultimo, in ogni senso, gioco del blog merita la presentazione.
La faccio richiamando un mirabile racconto di Giuseppe Marotta “pane, con sale e olio” contenuto ne “L’oro di Napoli” dove il giornalista e scrittore, parlando del poverissimo desinare dice: “ da noi, laggiù, il pane con sale e olio è il penultimo dei cibi, viene subito dopo il brodo di trippa e precede soltanto i lupini o il puro niente. Questo pane con sale e olio si determina, in una casa meridionale, quando tutto è perduto: finito il denaro, finito il credito, finite le avemarie, c’è sempre qualche goccia di olio nella bottiglia, c’è sempre qualche pezzo di pane raffermi nei cassetti di cucina, ci sono sempre un pizzico di sale nel barattoli e l’affettuosa acqua del Serino nella fontana.”
Ecco pane con olio e sale è quando diffusamente il mercato delle voci e delle bacchette offra oggi con rare eccezioni e cui si deve ricorrere per combinare il desinare con la cena. Crediamo di avere avuto nel proporre questo intrattenimento cultura e fantasia. Non la suprema fantasia partenopea, che ha fatto dell’arragiarsi arte mirabile, ma quel tanto che basta, congiunto al realismo del Nord per prendere atto che Mozart è inflazionato e Verdi, oggi, è meglio lasciarlo perdere o quanto meno riposare per un biennio. Sembrerà un paradosso, ma nelle nostre elucubrazioni (perché Donzelli è qui mediatore e nuncius del pensiero comune) abbiamo identificato i due protagonisti maschili di Huguenots e di Muette de Portici, mentre ammettiamo di essere privi di quelli di Trovatore, Ballo e Forza. Certo il genere grand-opéra è caro a quelli della Grisi per la sua, oggi misconosciuta rilevanza storica e la capacità di evocare epoche, vocalmente parlando, di opulenza pari ai decolleté dei soprani ed alle epe dei tenori, protagonisti di quell’aetas aurea. Come è realismo la scelta della protagonista della Muette, che adempie in primo luogo ai desiderata dalla prescelta, ovvero agitarsi per il palcoscenico.
I nostri incalliti detrattori avranno motivi per imprecare le prescelte protagoniste femminili dell’altro grand-opéra, che mai vedremo insieme. Sbagliano, però, perché si tratta del più genuino omaggio alle primedonne, tenendo conto e delle attuali condizioni vocali delle prescelte e della tradizione storica che spesso (Patti, Albani, Arnoldson) vedeva le Margherite chiudere la carriera vestendo i panni di Valentina.
Come credo qualcuno storcerà il naso su una Elettra contrapposta, si fa per dire ad una Elektra. Anche qui siamo in vena di omaggio, precisamente al centenario della rappresentazione italiana del titolo ed alla protagonista Emma Carelli, affidato ad altra primadonna dedita al Verismo, la sempreverde Giovanna Casolla.
Sia ben chiaro nessuna pretesa di offrire freschezze e giovinezze vocali (e lo stesso valga per la protagonista di Zelmira, che confesso avrei visto bene quale Tancredi nella versione di Giuditta Pasta), ma la certezza che ancor oggi di certe “vecchie signore”, della loro tecnica scaltrita, del loro professionismo solido, che riesce a gestire i pregi e più ancora il tempo che passa, non possiamo ancora farne a meno. E per molti versi lo vorremmo perché significherebbe la presenza di ben altre e vigorose forze sulle nostre scene.
Qualcuna, lo ripetiamo c’è e quindi è giusto nel nostro immaginario cartellone utilizzarle al meglio, magari animati anche qui da qualche insegnamento che viene dal passato.
“Utilizzarle al meglio” può assumere differenti significati. Ad esempio offrire la possibilità di misurarsi in grandi ruoli ad artisti, privi di accreditati manager ed agenzie e che fanno fatica ad avere quello che, crediamo, corrisponda ai loro meriti e possibilità. Ancora può concretarsi il principio nell’affidare i ruoli giusti e congrui alle capacità vocali senza costringere a forzare la voce, come accade a Krassimira Stoyanova e Piotr Beczala in Verdi, cantanti già in grande carriera, ma con doti e qualità idonee, secondo noi ad altri titoli. Lo stesso vale per Anita Rachvelishvili, cui la scrittura centrale, cantabile di Mignon potrebbe essere il mezzo per “alzare” il baricentro della voce, abbandonare ruoli drammatici e gravi e pensare di diventare quella che è ovvero un soprano da tardo Verdi.
Ancora abbiamo fatto qualche concessione allo star system, sul quale la pensiamo come ha riferito June Anderson, diva e diva da star system, quando ha rilasciato un’intervista al nostro blog. Il nostro pensiero in punto non è cambiato anzi il tempo e gli ultimi immessi nell’ingranaggio ci convincono sempre più del fondamento della nostra opinione. Però se devo utilizzare una star devo utilizzarla per quello che può realmente fare secondo le proprie inclinazioni naturali e cognizioni tecniche. Giorni fa è stato pubblicato il cast all stars di un Matrimonio segreto del 1846 e la notizia ha suggerito il titolo adatto per quelle oggi all’apice della fama. Nel capolavoro di Cimarosa hanno giusta collocazione e dantescamente in compagnia di Ewa Podles, la negletta dello star system, cui Bertati e don Dummenico Cimarosa affidano il monito “vergogna vergogna, finitela già”.
Monito che può essere variamente interpretato anche come diretto al sottoscritto e sodali.
Auber - LA MUETTE DE PORTICI
Masaniello - Shalva Mukeria
Elvire - Jessica Pratt
Fenella - Natalie Dessay
Alphonse - Michael Spyres
Primo ballerino - Roberto Bolle
dir. Marc Minkowski
Cimarosa - IL MATRIMONIO SEGRETO
Carolina - Anna Netrebko/Diana Damrau
Paolino - Juan Diego Flórez
Fidalma - Ewa Podles
Elisetta - Nino Machaidze
Conte Robinson - Alex Esposito
Geronimo - Samuel Ramey
dir. Bruno Campanella
Wagner - LOHENGRIN
Heinrich - Kwangchul Youn
Telramund - Plácido Domingo
Lohengrin - Klaus Florian Vogt
Ortrud - Dolora Zajick
Elsa - Krassimira Stoyanova/Hui He/Maria Agresta
dir. Bertrand de Billy
Thomas - MIGNON
Mignon - Anita Rachvelishvili
Wilhelm Meister - Ismael Jordi
Philine - Diana Damrau
Frédéric - Irina Lungu
dir. Antonio Pirolli
Chaikovsky - EVGENIJ ONEGIN
Larina - Dolora Zajick
Tatiana - Krassimira Stoyanova
Onegin - Vladimir Stoyanov
Lenskj - Piotr Beczala
Filipevna - Olga Borodina
dir. Gianandrea Noseda
Massenet - MANON
Manon - Krassimira Stoyanova/Nathalie Manfrino
Cavaliere des Grieux - Piotr Beczala
dir. James Conlon
Puccini - MADAMA BUTTERFLY
Cio-cio-san - Hui He/Maria Agresta
F. B. Pinkerton - Francesco Meli
Sharpless - Luca Salsi/Damiano Salerno
Suzuki - Marianna Pizzolato
Kate Pinkerton - Serena Gamberoni
dir. Riccardo Chailly
Massenet - HERODIADE
Hérodiade - Irina Makarova
Salomé - Nathalie Manfrino
Jean - Roberto Alagna
Hérode - Ludovic Tézier
dir. Antonio Pappano
R. Strauss - ELEKTRA (versione originale/versione tradotta in italiano)
Elettra - Jennifer Wilson/Giovanna Casolla
Crisotemide - Eva-Maria Westbroek/Maria Billeri
Clitennestra - Evelyn Herlitzius/Raina Kabaivanska
dir. Daniel Harding
Meyerbeer - LES HUGUENOTS
Marguerite de Navarre - Mariella Devia
Valentine de St. Bris - Edita Gruberova
Urbain - Elina Garanca
Raoul de Nangis - John Osborn
Marcel - Kwangchul Youn
Nevers - Vladimir Stoyanov
St. Bris - Michele Pertusi
dir. Marc Minkowski
Weill - DIE DREIGROSCHENOPER
Mackie Messer - Jonas Kaufmann
Polly - Natalie Dessay
Jenny - Daniela Dessì
Peachum - Ferruccio Furlanetto
Mrs. Peachum - Waltraud Meier
Brown - Dmitri Hvorostovsky
dir. Zubin Mehta
Rossini - ZELMIRA (versione Giuditta Pasta)
Zelmira - June Anderson
Emma - Marianna Pizzolato
Antenore - Michael Spyres
Ilo - Juan Diego Flórez
Polidoro - Roberto de Simone
dir. Richard Bonynge
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