lunedì 19 gennaio 2009

Concerti di canto alla Scala : Daniela Dessì.


Daniela Dessy, in carriera dal 1978 e debuttante in Scala nel 1989 ha tenuto ierisera un concerto in Scala.

Davanti ad un concerto di canto ci si domanda quale sia il programma che può connotare una cantante il cui repertorio sia stato essenzialmente italiano, dapprima a cavallo fra il genere comico ed il semiserio, fra settecento ed ottocento e, da un ventennio circa, il Verismo. E questo dopo approcci numerosi, ma sporadici al primo ottocento, da Rossini al primo Verdi, sino al tardo Verdi. Penso alle ariette del settecento, alla grande letteratura cameristica di Rossini, Bellini e Donizetti ( e magari pure Mercadante e Pacini, visti i rapporti della Dessy con opere rare e desuete almeno sino al 1985 ) per approdare a Tosti, che, come documentato da una Olivero o da una Scotto, è l’approdo naturale alla diva fin de siecle; oppure alle rare pagine cameristiche di Mascagni, Leoncavallo . Possono poi esserci tutti gli autori francesi coevi a Puccini, in particolare Massenet, la cui produzione cameristica è di grande qualità e certamente superiore a quella di Puccini, cui la Dessy ha dedicato la seconda parte del concerto: durata, orologio alla mano, dodici minuti.
Francamente con l’esperienza ed il gusto di una Dessy Debussy e Faure hanno poco a che spartire. In primo luogo perché la dizione della Dessy è confusa e pasticciata, senza essere il pubblico italiano maniaco della perfetta dizione: credo che su pagine dalle nulle difficoltà vocali si pretenda una buona articolazione del testo In secondo luogo perché Daniela Dessy, nonostante la frequentazione ormai ventennale del repertorio a cavallo fra ottocento e novecento, non ha nulla a che spartire in punto di gusto del fraseggio con le grandi dive, che frequentano questo repertorio. Nei panni delle eroine veriste la Dessy appartiene più al filone della Freni o delle Chiara, che hanno sempre evitato il concerto di canto. Ed il riferimento alla Olivero, alla Scotto, alla Kabaiwanska, ma anche a Regine Crespin si rende obbligatorio.

La diva liberty deve possedere tutte le nuances della lingua, articolarla alla perfezione, saper passare in un istante dal pianissimo al forte.
La Dessy di questa sera canta perennemente fra il piano ed il mezzo piano, per esorcizzare suoni duri ed oscillanti appena compaia un fa o un sol; se scende il suono è opaco e vuoto, mentre sugli acuti estremi la voce si riduce di volume e rassomiglia sempre più ad un grido stimbrato e acido.
Restando al concerto, sono bastate le frasi moderatamente acute dell’aria di Lia per sentire tutti i difetti in bella mostra.
Quando poi Daniela Dessy ha affrontato la seconda parte del concerto, quella vera, ossia i bis, abbiamo sentito la cavatina di Contessa delle Nozze con una voce priva del legato e della stilizzazione necessaria, pergiunta neppure tanto sontuosa come è giusto che sia quella di una cantante di scuola italiana.
Adriana, Lauretta dello Schicchi, Liù e Tosca, sono stati accomunata da un fraseggio disattento, da una occasionale cura del particolare e del dire (i mezzi espressivi delle Bertini del melodramma) e, per giunta, gravate da un timbro che, salvo poche note centrali ed a condizione di cantare piano, appare depauperato e privo delle caratteristiche delle cosiddette voci d’oro, alla cui schiera la nostra Daniela apparteneva allorquando, misconosciuta e pretermessa, eseguiva in Napoli una Mimi che pativa pochi o punti confronti.

Programma

Gabriel Fauré
Après un rêve op. 7 n. 1
Automne op. 18 n. 3
Rêve d'amour op. 5 n. 2
Au bord de l'eau op. 8 n. 1
Chanson d’amour op. 27 n. 1

Claude Debussy
Nuit d'étoiles
Beau soir
Paysage sentimental
Il pleure dans mon cœur
Romance

Da L’enfant prodigue
recitativo e aria di Lia

Giacomo Puccini
Mentìa l'avviso
Sole e amore
Sogno d’or
Terra e mare
Storiella d'amore
Morire?
Canto d'anime

Bis

Wolfgang Amadeus Mozart

Le nozze di Figaro
Porgi amor

Francesco Cilea
Adriana Lecouvreur
Poveri fiori

Giacomo Puccini
Gianni Schicchi
O mio babbino caro

Turandot
Tu che di gel sei cinta

Tosca
Vissi d'arte

Pianista : Marco Boemi

6 commenti:

rosa ha detto...

Moderatamente interessata all'esito del concerto di Daniela Dessì alla Scala, ho letto, fra le altre, la recensione di questo blog. Mi permetto di farvi notare che se si dovesse commentare dal punto di vista linguistico-formale questa recensione con la stessa leggerezza con cui voi recensite i cantanti, non una sola frase ne uscirebbe indenne. Cordialmente, vi consiglio di dare una certa credibilità alla vostra attività anche presentando degli scritti che abbiano un livello minimo di "professionalità".

Antonio Tamburini ha detto...

Cara rosa (mamai?), a volte quando si scrive di fretta, come in questo caso, è possibile e direi naturale incorrere in errori di battitura e anacoluti preterintenzionali. Ci fa piacere ricevere dai lettori osservazioni anche critiche, se non altro perché denotano un interesse nei nostri confronti, per noi sempre lusinghiero. Ma ci sarebbero ancora più gradite se fossero critiche rivolte alla sostanza, ossia a quello che scriviamo, e non alla forma. Sarebbe come giudicare la Signora Dessy per i vestiti che ha indossato (non ero presente alla soirée e spero si sia cambiata almeno durante l'intervallo, almeno in parte memore dei fasti sartoriali di tante sue colleghe del passato ma anche del presente) e non per come ha cantato. Se mi è concesso l'irriverente paragone. Grazie per esserti presa a cuore la nostra professionalità e credibilità, ma alla prima (almeno in senso deteriore) abbiamo rinunciato fin dall'inizio e la seconda semplicemente non esiste, secondo il giudizio invero attendibile di molti (giudizio non confermato dal counter, ma si sa, i numeri non sempre dicono il vero). Un caro saluto.

Domenico Donzelli ha detto...

cara rosa,
la signorina rosa era una delle mie prof di matematica. Insegnante straordinaria, tanto quanto odiosa ed insopportabile in veste ufficiale.
Lei me l'ha ricordata!
Non solo mi ha ricordato certe critiche - concorsuali o professionali- che quando non sanno che dire si rifugiano nello stile, nel metodo!
Tutte masturbazioni mentali.
Quanto al mio italiano sarà un poco complesso, talvolta, denuncerà la mia professione nel mondo reale,ma è sulla morfologia e sulla grammatica ben più solido delle stesse caratteristiche udite ieri sera da chi oltre tutto percepisce un compenso stratosferico. Elemento da non dimenticare!!!!

Giulia Grisi ha detto...

cara Rosa,
ho riletto e corretto. Avrai anche rgione, ma mi pare evidente che fossero frasi la cui correzione non era stata salvata dal pc.
ora va meglio: se vuoi dissentire in merito ai contenuti ti pubblichiamo.
saluti

Pruun ha detto...

Come mai segnalate il cognome come Dessy? Mi pare che da tempo la Signora abbia rinunciato a questa grafia esotica per Dessì... Forse un sottile richiamo alla prima fase della sua carriera?
Un saluto.

Domenico Donzelli ha detto...

siccome sento cantare la protagonista del recital di ieri dal 1981, per me è rimane la Daniela di Martina Franca, il cui cognome si scriveva appunto con la grafia usata. Fra l'altro così si scrive in Sardegna dove è diffussimo.
Non conosco personalmente Daniela Dessy, pur avendola sentita agli inizi quando, mentori o Celletti o l'Opera Giocosa, frequentava un repertorio assai consono alla propria voce. Ignoro, quindi che pensi di quel periodo di carriera la signora. Forse ritiene, ed a ragione, visto che le veniva anteposta Cecilia Gasdia di non avere avuto qual che meritava sopratutto per i mezzi che, in natura, erano cospicui.
Io però non ritengo che Tosca, Adriana e le eroine del Verismo nobile convengano in pieno alla signora.
Se il mondo dell'opera fosse amministrato e gestito da soggetti dotati di cultura Daniela Dessy avrebbe affrontato essenzialmente Mimì, Manon di Massenet, Margherita di Gounod e Boito, Juliette di Gounod, Nedda, magari Adina e Norina, Susanna e non Contessa, Zerlina e non donna Elvira questo le avrebbe evitato di forzare i centri alla ricerca del volume e della penetrazione, che i repertorio più pesante richiede e gli acuti estremi, che non sono mai stati un portento, ne avrebbero risentito molto meno.
Saluti e grazie per avermi dato l'occasione di precisare alcune cose.

dd