Tutto come da copione, finalmente. Come hanno con palpabile sollievo rilevato gli Orsomando di radio Rai, nessuna contestazione ha turbato la sfilata degli applausi a compimento della rappresentazione di Scala di seta e ideale coronamento delle tre dirette del Rof 2011. Pare che la sera precedente, alla fine del secondo atto del Mosè in Egitto, gli stessi speaker, novelli Gianduia “couraj scapuma”, avessero frettolosamente abbandonato la sala, timorosi che le contestazioni indirizzate all’improvvida Elcia (e non allo spettacolo, come da vulgata celermente diffusa e oggi emendata) potessero travolgere anche loro. Ma ora che sul mare di Pesaro è di nuovo bonaccia, si può guardare con relativa serenità alle prossime repliche di questo e degli altri titoli.
Quanto alla Scala di Seta, ripresa della produzione 2009 con una nuova bacchetta e un cast per cinque sesti mutato, va rilevato che:
a) persiste la scelta di inserire in un’operina comica un’aria da concerto scritta nello stile dell’opera seria, mancando, come già due anni fa, di un cantante in grado di eseguirla, senza trasformarla in un brano caricaturale. E persiste il sospetto che si sia aggiunta “Alle voci della gloria” (diventato “dell’amore”) per giustificare la presenza di un intervallo nel corpo di un’opera composta di un solo atto. Speriamo almeno che l’indotto (leggasi buvette del teatro e bar e gelaterie adiacenti) ne abbia tratto giovamento. Non altrettanto può dirsi dell’autore e della sua poetica.
b) nel cast si mescolavano giovani cantanti di belle speranze e scarno curriculum (alcuni, come il secondo tenore, direttamente dal vivaio dell’accademia Rof) e navigate glorie del canto rossiniano, o per meglio dire pesarese. Sfoggiavano gli stessi difetti di base: assoluta incapacità di eseguire il sillabato (requisito fondamentale per le voci maschili gravi, ma rilevante anche per quelle femminili, nell’ambito della farsa), agilità morchiose e saponate, difficoltà a legare i suoni in zona centrale, massime nei cantabili, stimbrature dai primi acuti, suoni acidi e squittenti sui sovracuti anche troppo generosamente interpolati (Maestro Zedda, ma non erano forse arbitrari e di cattivo gusto?). E parliamo di un festival che si picca di allestire le opere dell’autore nell’assoluto rispetto del testo musicale e della prassi esecutiva.
c) quanto alla bacchetta ha fatto meglio di quelle delle altre due serate, ma solo perché il compito era assai più agevole e meno spinoso in ogni senso, e benché ci siano stati momenti (quartetto a conclusione della prima parte dello spettacolo) in cui ognuno andava letteralmente per proprio conto.
A questo punto crediamo sia doveroso che Sorella Radio, che nelle ultime settimane è stata piuttosto Radio Matrigna, emendi i passati errori e offra un’altra esecuzione pesarese della Scala di seta, certo non esente da pecche, ma di certo superiore, per verve scenica non meno che musicale, a quella trasmessa poche ore fa. Invitiamo in particolare ad ascoltare la reazione del pubblico alla fine dei singoli numeri e al termine dell’opera e a confrontarla con quella dei plaudenti di ieri sera. Anche da questo si possono trarre molti utili ammaestramenti. Utili in primo luogo a quei critici, giornalisti e consimili, che onde scusare la modestia (innegabile) dell'esecuzione discettino di opere minori, riciclate e altre amenità (indimostrate perché indimostrabili). Cari signori, conviene smettere di frustare la sella per risparmiare il cavallo, come recita un noto adagio, e chiedersi piuttosto come mai questa musica, che ha sempre suscitato l'entusiasmo del pubblico, oggi non trovi, di norma, che reazioni di composta benevolenza.
Quanto alla Scala di Seta, ripresa della produzione 2009 con una nuova bacchetta e un cast per cinque sesti mutato, va rilevato che:
a) persiste la scelta di inserire in un’operina comica un’aria da concerto scritta nello stile dell’opera seria, mancando, come già due anni fa, di un cantante in grado di eseguirla, senza trasformarla in un brano caricaturale. E persiste il sospetto che si sia aggiunta “Alle voci della gloria” (diventato “dell’amore”) per giustificare la presenza di un intervallo nel corpo di un’opera composta di un solo atto. Speriamo almeno che l’indotto (leggasi buvette del teatro e bar e gelaterie adiacenti) ne abbia tratto giovamento. Non altrettanto può dirsi dell’autore e della sua poetica.
b) nel cast si mescolavano giovani cantanti di belle speranze e scarno curriculum (alcuni, come il secondo tenore, direttamente dal vivaio dell’accademia Rof) e navigate glorie del canto rossiniano, o per meglio dire pesarese. Sfoggiavano gli stessi difetti di base: assoluta incapacità di eseguire il sillabato (requisito fondamentale per le voci maschili gravi, ma rilevante anche per quelle femminili, nell’ambito della farsa), agilità morchiose e saponate, difficoltà a legare i suoni in zona centrale, massime nei cantabili, stimbrature dai primi acuti, suoni acidi e squittenti sui sovracuti anche troppo generosamente interpolati (Maestro Zedda, ma non erano forse arbitrari e di cattivo gusto?). E parliamo di un festival che si picca di allestire le opere dell’autore nell’assoluto rispetto del testo musicale e della prassi esecutiva.
c) quanto alla bacchetta ha fatto meglio di quelle delle altre due serate, ma solo perché il compito era assai più agevole e meno spinoso in ogni senso, e benché ci siano stati momenti (quartetto a conclusione della prima parte dello spettacolo) in cui ognuno andava letteralmente per proprio conto.
A questo punto crediamo sia doveroso che Sorella Radio, che nelle ultime settimane è stata piuttosto Radio Matrigna, emendi i passati errori e offra un’altra esecuzione pesarese della Scala di seta, certo non esente da pecche, ma di certo superiore, per verve scenica non meno che musicale, a quella trasmessa poche ore fa. Invitiamo in particolare ad ascoltare la reazione del pubblico alla fine dei singoli numeri e al termine dell’opera e a confrontarla con quella dei plaudenti di ieri sera. Anche da questo si possono trarre molti utili ammaestramenti. Utili in primo luogo a quei critici, giornalisti e consimili, che onde scusare la modestia (innegabile) dell'esecuzione discettino di opere minori, riciclate e altre amenità (indimostrate perché indimostrabili). Cari signori, conviene smettere di frustare la sella per risparmiare il cavallo, come recita un noto adagio, e chiedersi piuttosto come mai questa musica, che ha sempre suscitato l'entusiasmo del pubblico, oggi non trovi, di norma, che reazioni di composta benevolenza.
41 commenti:
Cari signori che da anni imperversate sul web e nei teatri ben celati dietro i vostri velleitari pseudonimi e nel buio delle sale, qualche parola per chiarire due o tre cose. Il sottoscritto accetta le critiche al suo lavoro ma non gli insulti o le calunnie. Quindi termini come "folle", "cronista fatto" e via di questo passo, li respingo al mittente. Quanto all'allusione che il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino mi paghi lo stipendio, vorrei capire dove sta lo scandalo, visto che è il luogo dove lavoro. Ho un regolare contratto in cui mi è concesso di svolgere l'attività di conduttore radiofonico per la RAI. Per cui percepisco un regolare cachet che mi permette di sostentarmi tranquillamente senza farmi offrire la cena dai cantanti. Mi fermo qui perchè è ciò che mi riguarda. Chi vi legge è perfettamente in grado di giudicare il resto.
Ha detto bene, Vitali: il pubblico è perfettamente in grado di giudicarci, così come è in grado di valutare la preparazione, la coerenza e l'assenza di partigianeria dei cronisti radiofonici, massime nelle dirette pesarese. Per rendersene conto le basterà leggere la chat delle scorse serate. Ma dal tono piccato del suo intervento, non dubito che già l'abbia fatto.
Sarei molto lieto di sapere con chi sto interloquendo, visto che lei lo sa perfettamente. Sul piano della preparazione la invito a un confronto pubblico, su quello della coerenza e della partigianeria non ho niente di cui rimproverarmi. Ho fatto una cronaca molto fedele di ciò che è accaduto. Quanto al tono, non capisco perchè in Italia, quando si precisa qualcosa, si debba essere piccati.
Caro Vitali, noi siamo solo ombre di gente defunta, fantasmi di trapassati che infestano i teatri... non contiamo nulla di fronte alla critica ufficiale, patinata e molte volte "pizzaiola" e sa una cosa, pagando il canone paghiamo anche gli speaker radiofonici, per questo da lei e dai suoi cordiali colleghi mi aspetto un servizio migliore e meglio documentato rispetto a quanto udito durante le dirette bayreuthiane e pesaresi. Ci chiede un confronto? Inizi pure qui a contestare i nostri scritti e le nostre argomentazioni, non abbiamo alcun problema a risponderle.
Cordialità
Marianne Brandt
Le ripeto: io parlo con persone che abbiano nomi e cognomi, non pseudonimi. Voi sapete chi sono, come mi chiamo, dove lavoro. Io no. Quanto al confronto, quando volete. In pubblico, partiture e spartiti alla mano, magari con un pianoforte a disposizione. Scegliete voi il tema.
Mi scusi signor Vitali, ma allora se non vuole parlare con pseudonimi, perchè è venuto a scrivere da noi che invece li utilizziamo?
Capisco che non siamo importanti e che non siamo nessuno, ma non ci dia con i suoi interventi l'illusione di esserlo!
Per noi poteva chiamarsi in qualunque modo, ma non sarebbe cambiato assolutamente nulla e, per la cronaca, lo spartito, come avrà avuto modo di constatarlo, è sempre aperto dalle parti nostre e di temi da noi ne troverà a bizzeffe.
Ripeto, se ha qualcosa da contestarci lo faccia pure qui e saremo lieti di risponderle... ma se ha paura dei fantasmi...
Marianne Brandt
E allora, caro Vitali, forza! Ha la sventurata fortuna di stare in groppa a un medium ad alta risonanza: ce la dimostri allora "da lì" la sua preparazione. Non vorrà mica privare il suo pubblico di qualche rara perla! Quanto al fuggi fuggi pateticamente inscenato dal suo collega, arrivato a temere addirittura della propria incolumità per un paio di cortesie scambiate tra gli spettatori, mi ricorda molto quella gustosissima vicenda - protagonista sempre la radio - in cui il finto assedio veniva portato avanti dagli alieni in luogo dei "violenti" contestatori. Con la differenza per cui da una parte avevamo Orson Welles, dall'altra Vitali & Barbieri.
Un'ultima precisazione. Durante la diretta dell'Adelaide vi siete precipitati a prendere posizione e condannare i fischi alla Barcellona. Però mai che possa succedere il contrario: erano per caso meritati gli applausi a Licitra e alla Urmana a Firenze? Erano per caso meritati i pur blandi successi di Beyreuth? Erano per caso meritati gli applausi a Borgogna nella Scala di iersera? Come lei suggerisce, i nostri lettori sanno bene giudicare...
Io ammiro per certi versi l'insistere del signor Vitali sui nostri pseudonimi come unico e ultimo appiglio ad una replica che di fatto da parte sua non avviene.
Non è certo compito mio giudicare la sua professionalità o quella di altri, ma un fatto è certo, le cronache di radio3 sono sempre e solo una sequela di superlativi e di osanna verso qualcosa che di fatto spesso non c'è, ossia la qualità degli spettacoli, in primis musicale. Legga i commenti e la chat, ma non solo qui, anche su altri siti dove le lamentele non credo manchino contro questo decantare il nulla. E io dubito che gli sms che arrivano durante le varie dirette siano solo di irriducibili entusiasti come si vorrebbe far credere. Ma sono felice di sbagliarmi.
Quanto alle dirette pesaresi posso dire che non ci si copre di gloria a stigmatizzare le contestazioni (meritatissime) a Daniela Barcellona o addirittura a negare quelle per Sonia Ganassi. Le ricordo però i due cronisti radio che nel gennaio 1958 si trovarono a dover commentare in diretta l'interruzione della Norma inaugurale del Teatro dell'Opera di Roma con protagonista Maria Callas, evento e situazione molto imbarazzante da descrivere che non impedì ai cronisti di raccontare quanto realmente stesse accadendo, senza prendere posizione pro o contro cantanti o pubblico. Allo stesso modo la scorsa sera al cronista impaurito dalla reazione del pubblico sarebbe bastato dire che le contestazioni erano rivolte, come di fatto erano, all'esecuzione della diva di turno per evitare strafalcioni e simili.
Dai Vitali, ci rida sopra. Anche voi avete partecipato di un siparietto deja' vue' mille volte in teatro. Sai che scandalo! Mica cantava la Callas, cantava la Ganassi, che gia'per il fatto che venga paragonata alla Colbran fa sorridere. Solo chi non e' mai andato a teatro si puo' meravigliere di questo. Sono storia del festival la serata del Ricciardo della Taliento, degli exploit della Ricciarelli, del turco della aliberti, dei 1m0 minuti di interruzione al Bel raggio della Takova, questo gia' in era Barcellona Ganassi.
Si e' avuto qlcsa di cui parlare a margine di no spettacolo senza contenuti e pretestuso. Si voleva lo scandalo regia, c'e' stata la ciliegia sulla torta.
Il teatro, furia di considerarlo un rito mistico, e' diventata una messa, adesso quasi in requiem.
Ci rida su anche lei e non scappi che nessun vuol male a nessuno. Era solo una esternazione esplosiva contro una cosa brutta, l'urlo disperato di 1 a 1000 come rapporto di forza! Ha urlato di piu' l'anziano paludato seduto dietro, sacerdote irato.....del trash issato ad arte. Ripeto, smettiamola con i riti e gli idoli di latta. Il canto, il canto di scuola prima di tutto che bastano una Gasdia finita, una cattiva cantante come la Connell e la mediocre Antonacci a dar ragione al fanciullo. Le senta!
Cordialment
gg
Invito il signor Vitali, che tanto si diletta a giocare, qui e attraverso il medium radiofonico, al Sant'Uffizio, a fornire le sue argomentazioni, tanto sotto il profilo tecnico quanto espressivo, a sostegno della grandezza di Sonia Ganassi in quanto soprano Colbran e, in particolare, interprete di questo Mosè in Egitto. Argomentazioni vere, però, e non le sciroppose perifrasi care a tanta critica in odor di ufficio stampa.
sono un vecchio ascoltatore di radio 3 sui conduttori devo dire almeno durante i concerti e recite di solito anche nel rispondere ai messaggi in diretta cercano di mediare,ma a volte prendono delle posizioni veramente di parte davanti a prestazioni modeste sarei molto contento se il sig. Vitali in questo spazio dove è venuto a lamentarsi apra a un confronto serio come chiesto da Tamburini,lasci perdere sig.Vitali i pseudonimi
per una seria discussione sull'arte non c'è bisogno della carta d identità solo argomenti,la prego cominci ad argomentare.
PS qualche anno fa un suo collega durante una recita di un opera dove cantava un giovane soprano in carriera da pochi anni durante il commento si mantenne abbastanza neutrale,io mandai un sms come a volte mi capita,e dissi che questo soprano non è ancora pronto a cantare quella parte,e poi su palchi già importanti,ebbi la gradevole sorpresa di avere la risponta con sms di ritorno dove dissè "temo per la signora che lei abbia ragione"
Sto guardando la trasmissione del Lohengrin su ARTE in diretta da Bayreuth. Ma non voglio parlare di questo. Vorrei solo raccomandare al signor Vitali, che senza dubbio conoscerà il tedesco, di guardare come lavora Anette Gerlach, la sua collega dell´emittente franco-tedesca, e imparare come deve essere condotta una trasmissione culturale senza farla assomigliare alla cronaca di gossip.
Mi sembra che quelli a rifuggire da un confronto siate proprio voi. L'invito è partito da me: in pubblico, mettendoci la faccia, i nomi e i cognomi. Non è una questione di forma: si chiama assunzione di responsabilità. Quanto alle riserve sulla mia conduzione, sono opinioni. So di non aver taciuto nulla della cronaca. Il problema è che volete sentir dire quello che piace a voi. E questo, per onore della verità, non è sempre possibile.
Caro Vitali, ha scelto lei di presentarsi con nome e cognome. Per quanto ci riguarda, avrebbe anche potuto intervenire come Jean-Luc Van Damme o Mucca Carolina. Ciò che a noi interessa sono le argomentazioni musicali, le stesse che ci sforziamo ogni volta di portare nelle recensioni e nei commenti. Mi dia retta. Non si va in casa altrui a pontificare moralità e dettare regole diverse da quelle già adottate. Lei è intervenuto in piena conoscenza di questa particolare normativa interna. Si è esposto e ha ricevuto in risposta una serie di domande che continua a lasciare inevase. Qui c'è un gruppo di spettri che dà corpo alle proprie opinioni e un "Nome e Cognome" che si rifiuta di rispondere e prendere posizione, forse in virtù della figura istituzionale di cui è rappresentante (e quindi, per definizione, esperta di miele e di inflessioni mollemente conventuali). Alla luce di tutto ciò, mi dica lei se i lettori - come ha saputo suggerirci - debbano considerare attendibili i fantasmi o chi invece campa dei soldi pubblici che continuano ad alimentare questo marcio Sistema.
Ci stupisca. Risponda alle domande che le ho posto e ci dica perché quei fischi erano immeritati. Ci parli anche - se vuole - dei tre registri della signora Barcellona, di come - invece - girino bene nell'esecuzione dell'Ottone rossiniano (e nel canto mezzosopranile tout court) e magari anche della prima ottava e degli acuti della signora Ganassi. Sono convinta che apprezzerebbero anche i suoi fidi ascoltatori.
Carlotta Marchisio
Signor Vitali,
piuttosto che pensare alle polemiche, suggerirei alla RAI di dotarsi innanzi tutto di adeguati impianti e di tecnici del suono competenti. La qualità sonora delle vostre trasmissioni è a dir poco infima e la microfonazione di orchestra, coro e solisti talmente cervellotica da rendere il suono squilibrato e inascoltabile. A Pesaro si è toccato probabilmente l´apice di tutto questo. Ascolti una qualsiasi radio straniera per fare un paragone e rendersene conto personalmente.
Vitali, lei che ci esorta a "metterci la faccia", dia il buon esempio ed elenchi qui, nero su bianco e a futura memoria, le ragioni che fanno di Sonia Ganassi una grande interprete rossiniana e comunque non meritevole delle riprovazioni del pubblico. E poi magari ci illumini sul perché la Rai abbia trattato la contestazione alla fine del secondo atto del Mosè alla stregua di un attentato a Gaza. Si rende conto del panico che ha contribuito a generare? Mi sono giunte voci di persone letteralmente allarmate dalla vostra cronaca. Alla faccia dell'obiettività.
Caro Vitali, a noi non tocca nulla. Voi, pagati con soldi pubblici, parlate di spettacoli allestiti con soldi pubblici. E voi arrogate il diritto di inquisire il pubblico anziche' rispettarlo e servirlo con onesta'. Onesta' che e' dovuta a chi paga tasse e biglietti. E' per noi che fate il servizio. Si bua dappertutto e si applalude liberamente in ogni parte del mondo. La Santa Inquisozione e' stata soppressa secoli fa, e la Rai non mi pare deputata a tali servizi.
Faccia del buon giornalismo, compito per cui e' pagato. Della sua topica professionale che ha creato inutili allarmismi radiofonici ne siete solo voi i responsabili, prendetevela con voi stessi. O magari rideteci sopra, come vi ho gia' suggerito. Non e' accaduto nulla di grave.
Gentili signori,
Giovanni Vitali vi ha invitato a un confronto pubblico. Non accettarlo e continuare a nascondersi dietro questi pretenziosi pseudonimi che meriterebbero maggiore rispetto, sarebbe solo la riprova di una evidente e radicale disonestà intellettuale.
I miei omaggi,
Simone Axel Brunetti
Noooo, avvocato, cosa fa? Censura i miei saluti e i miei auguri? Non è carino, non si fa.
caro signor vitali, o forse dovrei chiamarla hercule poirot o miss marple anche lei ha scoperto l'acqua tiepida ossia chi io sia e che professione eserciti. Tutti sono informatissimi sul sottoscritto, senza che io ne comprenda l'interesse. In fondo è assai più importante che rispondere riga per riga nota per nota alle osservazioni.Almeno sino ad ora ha desunto dal suo comportamento. Le aggiungo, al di là delle polemiche e delle battute, che saremmo lietissimi di leggerla su argomenti tecnici (il suo mestiere, il nostro hobby). Se ha scorso pur superficialmente il blog avrà rilevato che le battaglie ed i confronti culturali sono la merce più grata e gradita.
E così riscontro anche il signor alex, che polemizza solo sulla gelatina della torta e non sulla qualità della medesima. Non è uno pseudonimo che inficia la qualità, alta od infima che sia, delle nostre ed altrui opinioni.
C'è un parlar nel merito delle cose, che sembra il vero e solo nemico da sfuggire. Se mi sbaglio sarò di dirlo.
buon ferragosto
domenico donzelli
perdonate axel, perdonate veramente sono del 1791!!!!
Gentile Signor Vitali,
La invito a guardare sul foro tedesco di musica classica Taminoforum dove ieri hanno commentato in diretta la trasmissione di Lohengrin da Bayreuth. C'erano mille commenti acidi sulla presentatrice di arte, Anette Gerlach che, certo, parlava con superlativi, ma diceva anche quando c'erano contestazioni senza valutarle; c'erano sul foro pure "accuse" che la Frau Gerlach mentisse (infatti, una grande parte della trasmissione era in differita e non in diretta) etc. etc. Lei pensa che Frau Gerlach andrebbe su quel foro a scrivere come scrive Lei qui? E non scrive nemmeno delle recensioni,ma dei commentini in chat (in chat!) dove entra chiunque e lascia la sua opinione fresca e calda.
Vede, caro avvocato, vi è sfuggito un dato fondamentale. Io fin dall'inizio non ho contestato nessuna vostra opinione. Chi vi legge è libero di formarsi un pensiero. Positivo o negativo. Vi ho contestato delle affermazioni che ritengo lesive della mia persona e della mia professionalità. Non credo che lei si senta felice quando qualcuno, anonimo tra l'altro, dice che lei è un "folle", oppure uno "fatto", oppure che si fa pagare la cena da qualcuno, quindi un "prezzolato". Questo è ciò che ho fatto notare. Ed è questo su cui nessuno mi ha risposto, perlomeno riconoscendo che certe affermazioni sono, come dire, forse un po' eccessive.
Questa diatriba sta diventando stucchevole. Se qualcuno si ritiene offeso, mandi i padrini.
Domenico, non dimenticarti che lo sfidato ha diritto alla scelta dell´arma...
Al signor Vitali e alla RAI rinnovo l´invito a far qualcosa per migliorare l´infima qualità sonora delle loro trasmissioni, prima di venire a fare gli offesi sul web.
Saluti.
Lei si sente leso perché qualcuno - chissà chi - in chat le ha dato del folle, io invece mi sento lesa nel mio 740 quando sento per radio che i fischi per la Barcellona erano immeritati. Peraltro senza spiegare il perché.
Saluti
CM
Avvocato, la prego, pubblichi anche il mio commento. Non solo ciò che piace a lei:
simone axel brunetti ha detto...
Donzelli, lei è ridicolo. Se ha tanta artrite e acciacchi perché del 1791, avrà anche le dita troppo anchilosate per scrivere sul... computer. Siete dei fenomeni. Vitali vi ha invitato a pubblico confronto e voi avete paura. Dopo il dissoluto, i "grisini" puniti? Siete proprio caduti nel ridicolo.
Con ferragostana cordialità,
SABrunetti
15 agosto 2011 12:56
Caro Brunetti,
Noi pubblichiamo sempre. Se permette, cpossiamo farci il pranzo di ferragosto ?
Ridicolo e' lei, cmq. Faccia il soprintendente e tenga i comporamenti che el si addicono. Che fa ora, l'avvocato del festival?
Parli di musica nel merito delle cose, che la pubblichiamo subuto . E misuriamo pubblicamente la SUA competenza in fatto di opera, quella che per mestiere dovrebbe avere. Scriva, e parli di musica! Argomenti con la musica...le spetta!
Insulti?
Miei cari, ma a noi non ci legge nessuno, non siamo nessuno, non contiamo nulla, non siamo ufficiali e patinati, né "pizzaioli", siamo un blogghettino, siamo dei "coglioncelli", siamo anche tanto cattivi, siamo ignoranti e altre VACCATE simili, scusate il francesismo...
Perchè, mi e vi chiedo, cari signori, il confronto non lo chiedete agli organi ufficiali, ai vostri colleghi, alle penne e le firme più "prestigggiose", agli speaker radiofonici, ai soprintendenti dei teatri, eh?
Forse perchè siete tutti dalla stessa parte? Siete fatti tutti della stessa pasta? Siete tutti uguali?
Può darsi!
Noi veniamo insultati giornalmente cari signori, articoli, forum e blog si reggono solo ed esclusivamente su questo, si sentono quasi male se non parlano di noi, se non ci citano, hanno crisi d'astinenza che nemmeno "Noi ragazzi dello zoo di Berlino": noi siamo stati inseguiti in pubblico da quattro poveretti mangiafrappe; su di noi hanno scritto su forum le bugie più schifose, le carognate più vomitevoli, ci hanno anche accusato di contestazioni quando nemmeno c'eravamo, su facebook pseudocantanti ci hanno augurato morti atroci... e tutto questo PERCHE' SIAMO LIBERI DI DIRE E SCRIVERE LA NOSTRA OPINIONE E NON TEMIAMO IL GIUDIZIO!!!
Io personalmente ho risposto a tale marea di VACCATE confrontandomi col pubblico e rispondendo ad ogni questione, quindi cari "signori" non veniteci a raccontare la fandonia che siamo codardi e che ci nascondiamo quando voi per primi non sapete confrontarvi SU OPERA E MUSICA su un "blogghettino hobbista"!
Ed è il vostro mestiere!
Andate a festeggiare il Ferragosto piuttosto, perchè state parlando del NULLA!
Marianne
Una standing ovation a Marianne.
En passant, noto che il signor Vitali si è ben guardato dal rispondere ai miei rilievi sulla pessima qualità tecnica delle dirette radiofoniche Rai.
Siccome sono una persona paziente, "aspetto gran tempo e non mi pesa la lunga attesa"...
adesso non voglio andare in polemica oggi pomeriggio in chat il dott Brunetti ha avuto uno scambio di opinioni con Belcanto sulla Barcellona e la Ganassi,Belcanto argomentanto ha detto perche la Barcellona pur avendo una voce importante e buon peso vocale non si possa definire una cantante rossiniana,questo per dire se cercano il confronto su argomenti precisi il confronto c'è
suvvia cerchiasmo di finirla con queste sceneggiate.
Pasquale,
e Vitali da cui tutto è partito?
Ha parlato di opera e musica?
Ci ha risposto?
Si è sentito insultato, ok, ma sa dirci CHI lo ha insultato e perchè?
NO!
E viene qui a far "sceneggiate" quando, appunto, il dott. Brunetti ha ottenuto con facilità il sospirato confronto?
Per giunta in chat!!!
Andiamo...
Marianne
Signora Grisi, gli ultimi post parlano di tutto fuorché di musica. Io posso dire che i toni usati in questo blog spesso non sono accettabili. Il diritto di critica è sovente soppiantato da giudizi tranchant e per nulla dialettici. Io credo che Vitali vi abbia fatto un'offerta, avrebbe potuto non scrivervi affatto e passare alle vie legali (lo penso seriamente e non sono il solo). Io accetterei di buon grado, al posto vostro, un confronto pubblico. Sottrarsi a questo invito significa non credere nel dibattito. Peraltro, se si vuole discutere amabilmente di musica qui e nel blog io sono il primo a divertirmi con voi, ma sempre rimanendo su toni di rispetto. Sulla signora Pratt, ad esempio, mi sono trovato d'accordo. Su Ganassi e soprattutto su Barcellona trovo che l'analisi di certi dettagli tecnici porti a stroncature ingenerose che molti, avendole viste a teatro, non condividono affatto. Sul Mosé non posso che constatare una grande differenza di sensibilità. Io non aggiungo altro a quello già detto da Carla Moreni. Sono entrato all'Adriatic Arena molto prevenuto (ho sangue di Sion nelle vene) e sono uscito entusiasta. Mi piacerebbe che nonostante la distanza prevalesse il confronto sereno. Oggi Ninci vi invitava a far questo, a moderare toni e linguaggio. Ancora Vitali vi ha invitato a un confronto pubblico. Mi sembra che si debba ripartire da qui. Il gioco di ruolo è simpatico e l'anonimato fa parte del gioco, mi sta bene. Ma quando si attacca la professionalità di una persona, e quando i toni diventano accesi e volti a denunciare presunta inefficienza o mancanza o dolo, bisogna esercitare il proprio diritto di critica avendo anche il coraggio di usare il proprio nome e cognome. Altrimenti, l'ho detto, si scade nel ridicolo. Ho riletto il testo, è pieno di solecismi e me ne dispiace. Ma non ho il computer sotto mano e il cellulare non è molto comodo. Credo però di essere tornato sulla traccia del dibattito aperto e quindi di non dover essere cestinato. Non lo sono stati i messaggi sopra...
Cordialità,
SABrunetti
Veramente, cara marianne, io sul blog mi confronto eccome. Il risultato si è visto.
Ciao
Marco Ninci
Caro Brunetti,
leggo solo ora. E' stato causa disfuyzioni ferragostane, ho avvisato di pubblicare solo commenti musicali, ma evidentemtne l'avviso non ha raggiunto tutti.
Riscrivo pubblicamente qui la medesima cosa, SOLO COMMENTI MUSICALI, PLEASE.
Guardi che la vostra posizione ci è chiara, chiarissima.
La signora Barcellona, che tra l'altro è donna specialmente cortese e mite, è già stata destinataria di un post circa la sua antirossinianità mesi or sono. Post causato da una messe di insulti continui in altra sede che, ad un certo punto, hanno costretto il sito ad una risposta articolata e dettagliata, dato che è voga moderna che su certi cantanti ( dico certi, ossia quelli IN ) ogni diritto di critica sia stato abolito. Le basta leggere OC, non si può buare DB.La storia del canto è invece fatta di grandi successi ma anche di insuccessi per i suoi protagonisti, non ne sono stati esenti le Callas, le Caballè, i bergonzi etc...ma il nostro presente, misero sul piano artistico e canoro, vuole al contrario che esistano gli intoccabili ( segno della fragilità, a mio avviso dei divi odierni, non certo di solidità....).
Lei ci accusa verso le due signore di commenti tranchant etc...che invece riteniamo motivatissimi per non dire lapalissiani.Abbiamo argomentato con dovizia assai superiore alla media ( le critiche odierne sono ormai del tipo: é brava , non è brava...fine, senza argomentare affatto alcunchè). Non si chiedono mai dimostrazioni di proclami ridicoli, come quello che la Ganassi incarnerebbe la vocalità della Colbran, mentre le nostre arogmentazioni in negativo contro i sancta sanctorum di un sistema che i divi li crea a tavolino non sono mai sufficenti.
Noi non abbiamo alcun problema ad argomentare ulteriormente le nostre critiche, e lo possiamo fare esaminando l'intera voclaità delle signore in questione. Poi quando lo avremo fatto, e mi creda sarebbero dolori ben peggiori costrette ai confronti paralleli di cui evidentemtene abbisognate per capire, urlerete alle persecuzioni e della cosa ne farebbero le spese le signore stesse che difendete.
Noi lo possiamo fare benissimo e serenamente, veda lei come vuole che ci comportiamo, perchè sarebbe utile non tanto a darci ragione, quanto ad accendere finalmente una luce su un problema giagntesco e vero del teatro rossiniano oggi, l'assenza della voce grave femminile, cui la sopravvivenza dello stesso festival, inclusive anche altri tipi vocali come il baritenore, è legata.A me parrebbe di infierire,nè intendremmo farlo perchè non abbiamo alcun motivo di insistere oltre, ma se lei lo ritiene e se ne sente reponsabile davanti alle signore B e G, per noi va bene.
Quanto al confronto chiesto dal signor Vitali, mi pare proclama incauto che prova solo la poca avvedutezza del nostro giornalista. Lei ieri è stato l'intero giorno nella chat, e mi apre abbia già provato la difficoltà del parlare con noi....in fatto di documentazione, esempi, conoscenza del canto ( mi scusi, ma lei mi costrunge a dirglielo). Una conversazione tra Vitali e noi sul canto non credo che Vitali la potrebbe con tanta facilità sostenere, gli parrebbe di passare una giornata in piscina coi piranhas......non c'è nessuna intenzione nè interesse da parte nostra a puntare pubblicamente il dito sulle sue conoscenze vociologiche....lasci stare, è meglio per tutti. Vitali va benissimo così come è , ha gridato allo sbarco degli alieni come Wells l'altra sera, è stato divertente e non è successo nulla. Il teatro è anche questo, imparate a riderci un po' su, anche voi, perchè tanto qui di arte non c'è n'è piu' un filo.....
cordialmente
gg
PS E' evidente che lei come Vitali siete i benvenuti qui in ogni occasione di dibattito, anche per contraddire o dire cmq la vostra. Sopravvivviamo alla furia del nostro Ninci, che è orami parte del nostro sito, non ci disturberebbe certo la vostra presenza.anzi
Cara Giulia, la furia del vostro Ninci amerebbe poter parlare quando vuole in chat, cosa che la vostra Giuditta con grande sprovvedutezza gli ha impedito di fare. Mi stupisce molto che si metta a fare il capetto. La cosa è ancora più stupefacente dato che si interessa di filosofia, cosa che in linea di principio impedisce che si tolga la parola a qualcuno. La filosofia in sostanza è basata su questo; le tesi di dottorato ne sono un'appendice importante per assicurarsi la sopravvivenza (cosa ovviamente fondamentale), ma nulla di più. Quando poi Giuditta dice che io vado a lamentarmi su altri siti, dice una cosa ipocrita. Io non mi lamento, vado semplicemente dove posso per affermare le mie ragioni, visto che mi viene impedito di farlo nel luogo a ciò deputato. Fra le mie ragioni c'è anche la sua totale incoerenz; una settimana fa mi ha definito l'unica persona onesta fra quante criticano il blog, adesso sono una persona da escludere. Manie di fare il capetto, ipocrisia e incoerenza: non c'è male per uno studioso di filosofia. Per quanto riguarda la musica, io qui ne parlo moltissimo, anche se non in maniera attinente ai problemi di tecnica vocale, cosa che io non saprei fare, non ho problemi ad ammetterlo.
Mi interesso di problemi generali, parlo di cose che ho visto nel passato, di direttori d'orchestra e registi. Tutto è utile, no? Anche quando parlo in maniera molto critica di atteggiamenti presenti nel blog; nel modo in cui i miei atteggiamenti vengono criticati. Tuttavia sono lontano da ogni permalosità, mi si può dire tutto, rispondo a tutto. E, cosa non banale, sempre in faccia. E' poco? Forse. Ma l'unica cosa che non tollero è che mi si tolga la parola. Cosa diceva Voltaire? Non ho bisogno di ricordarlo a nessuno, men che mai ad uno studioso di quegli argomenti.
Marco Ninci
Ninci, non hai capito assolutamente niente, vero?
Quando ti dicevamo io e gli altri collaboratori del blog di finire con un certo discorso e con certi temi di cui non c'era più nessun bisogno, tu non hai voluto farci questo favore e semplicemente TACERE invece di continuare a fare il maestro e di versare benzina sul fuoco. Il Hagen del secondo atto del Crepuscolo puoi fare altrove, se vuoi provocare e suscitare ulteriori inutili polemiche su cui qui abbiamo chiuso il dibattito.
Ti dicevo che sei un critico assiduo e sincero del blog e lo dicevo pure io con sincerità, ma quando oltrepassi il limite di pazienza, come già una volta qualche mese, un dialogo perde il suo senso e diventa solo abuso dell'ospitalità dei membri del blog. Anche per capire questo ci vuole filosofia.
E adesso non lamentarti di fronte alla mamma del pessimo compertamento della sua figlia.
Da parte mia è l'ultimo intervento su questo tema e vorrei che anche tu finisca. E' cosi difficile?
GP
Gentile Grisi,
parliamo un attimo di musica, anzi di canto in termini generali. Mi sono reso conto quanto faccia bene prendere in esame modelli vocali precisi. Personalmente, ho studiato tutto ciò che è stato scritto per il Borosini. È molto interessante poter ricostruire algebricamente dall'analisi delle partiture e della documentazione storica quelle che potevano essere le singole tipologie vocali. Tuttavia, quello che emerge ad un esame attento è l'impossibilità di cristallizare il modello. Solo la Colbran da Manfroce a Rossini ha attraversato fasi alterne, con successi e ombre. Quando arriva alla Semiramide veneziana la vera star pare la Mariani/Arsace e non lei che ha il Titelrolle (basti considerare chi fa la sua cavata per ultima sulla scena). Io credo che anche la signora Barcellona o la signora Ganassi, senza volerle paragonare a Colbran o chichessia, attraversino fasi sempre diverse. In genere, i cantanti spesso commettono errori di vario genere. Presentano spesso imperfezioni o negligenze tecniche. Sbagliano sovente repertorio (consigliati male anche da presunti esperti o professionisti del settore). Sottovalutano l'igiene e una sana disciplina vocale. Credo anche però che dopo i professionisti della danza, i cantanti siano di gran lunga la categoria più a rischio. Basta una raucedine o una malattia da raffreddamento sottovalutata e si rischia perfino di cambiar registro (ieri citavo non a caso Filippo Galli). Spesso, poi, un cantante riesce a dire qualcosa in un repertorio che non gli è strettamente proprio. Vedasi la meravigliosa Berganza in Isabella: ditemi voi che c'azzecca Teresa Berganza con la Marietta Marcolini. Di più, Donzelli, Pasta, Rubini, tutte le nostre icone dalla Cuzzoni alla Adelina Patti e oltre, chi li ha mai sentiti? Al massimo partiamo da Maurel per scoprire che forse forse non è poi quella voce di baritono brunita che molti hanno in testa per certi ruoli verdiani. E la Malibran che faceva Tancredi? Vabbene che era un monstrum vocale ma certamente non tutti i conti tornano se vogliamo per forza far quadrare i coefficienti di estensione, tenuta e timbrica dei registri, etc. etc. Tornando alla Barcellona dico che è una cantante splendida, con potenzialità non comuni. Ora gli acuti non sono bellissimi e la voce, che non esito a definire un mezzo acuto, si trova stranamente più comoda sui centri, evita le puntature che gli sarebbero congeniali, fa percepire una certa disuguaglianza nei registri. Segni che vanno interpretati e che una cantante intelligente deve analizzare per trovare delle risposte efficaci. Un periodo di riposo? Un po' di lavoro su ruoli centrali per non affaticare ulteriormente il registro acuto e ritornarvi gradatamente? Riaffrontare serenamente alcuni problemi di tecnica vocale? Benissimo. Lele D'Amico era maestro meraviglioso in questo (se mi si permette, perfino più di Celletti). Non serve usare epiteti pesanti: in sé, l'arroganza verbale dequalifica la critica e finisce col non assolvere a un compito preciso che è quello di aiutare a migliorare. Sinceramente ho provato difficoltà nel parlare con voi solo per i toni e per la tendenza alla censura (pare a me o Ninci a un certo punto è stato estromesso dalla chat?). Sulla documentazione mi piacerebbe continuarmi a confrontare con appassionati. Ma la competenza si misura anche sulla capacità di organizzare il pensiero nel confronto aperto e sereno. Forse qui manca un po' di serenità...
"anche se non in maniera attinente ai problemi di tecnica vocale, cosa che io non saprei fare, non ho problemi ad ammetterlo."
visto che il motivo del blog è proprio "tutelar l´antica arte del canto" mi chiedo......... anzi - ho capito.
E' proprio per questo che interventi di genere diverso sono interessanti. Ma non è così facile da capire.
Ciao, Selma
Quello che piu' mi e' piaciuto di questi 40 commenti sono state le perite argomentazioni del sign. VItali in difesa della Ganassi. Le ho lette con attenzione e le ho trovate convincenti del fatto abbiamo non ragione ma straragione!!!! Non in rigo da chi vuole un confronto aperto davanti al microfono Rai. Chisssa' che Giandujotti ci offfrirebbe.......
Posta un commento