lunedì 28 febbraio 2011

Evadere la posta 1

Risposta al signor Gino Vezzini, presidente dell'associazione Amici del Loggione di Milano.

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domenica 27 febbraio 2011

Verdi Edission - Oberto, Conte di San Bonifacio

Ci ricorda il Dossi che Giuseppe Rovani (scrittore milanese in odor di scapigliatura che la pigrizia intellettuale delle nostre istituzioni scolastiche ben si guarda dall'includere in qualsivoglia programma di studi), parlando di Verdi ed elogiandone le melodie più riuscite, era solito dire: “eppure se ghe sent semper dent la vanga”. L’espressione – che pure non mancherà di inorridire i verdiani più puristi – esprime bene, anche se in modo colorito, un aspetto fondamentale della poetica del compositore, ossia quel carattere popolare, semplice, “basso”, che mai lo abbandonerà per tutta la carriera. Certo con l’affinarsi della pratica e dello stile, Verdi riuscirà a contenere questa radice originaria, a trasfigurarla, a meglio vestirla, ma fino ad Otello (compreso), non mancherà di riaffiorare di tanto in tanto nella generale nobiltà ed elaborazione delle composizioni (anche le più mature). Del resto Verdi iniziò tardi la sua carriera operistica (26 anni: e a quell'età Mozart aveva alle spalle Idomeneo e Die Entfuhrung aus dem Serail; Donizetti 13 titoli; Rossini ben 26, tra cui Barbiere, Otello, Mosé, Cenerentola, Italiana, Elisabetta, Tancredi...; Bellini aveva appena ultimato Il Pirata; pure Wagner aveva alle spalle Die Feen e Rienzi e stava componendo il suo primo capolavoro, Der Fliegende Hollander!) dopo una formazione poco accademica e un curriculum di studi e di esperienze non certo prestigioso (si può dire, senza irriverenza alcuna, che apprese l’arte del “comporre”, predisponendo le marcette per la banda di Busseto: questo fu il suo vero imprinting musicale).

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giovedì 24 febbraio 2011

Tosca in Scala: terza stazione.

EXORDIUM

Aggressore: Voi ascoltate solo dischi, dovete smettere ed ascoltare in teatro.

Donzelli: Ad arrivare alle estreme conseguenze del vostro pensare chiudiamo Brera e diamo fuoco al museo di fresco aperto del Novecento, che raccolgono opere cui si può compare un disco di Fleta o della Callas. Non solo, ma chiedete al commendatore Bergonzi a che può servire un disco di Aureliano Pertile e chiedeteVi a che può servire un disco di Jonas Kaufmann.

Aggressore: Andate ad insultare i cantanti in Via Filodrammatici!

Donzelli: Spiacente, la prestazione professionale e le approvazioni e riprovazioni connesse si svolgono sul palcoscenico non nelle vie adiacenti il teatro. Nelle via adiacenti, forse fate dell’autobiografia, circolano persone, che abusano di interessata piaggeria e adulazione. Noi non siamo quelli.

Aggressore: Chi vi paga?

Donzelli: Anche qui siete straordinariamente autobiografici nell’insulto. Ci paga la cultura, la curiosità ed il desiderio di imparare ed apprendere. Si impara assai più da un disco di Ernestine Schumann-Heink, che canta una canzoncina folk americana, che dalle orde che qui vogliono imporre la loro opinione, autoproclamatisi difensori di un teatro che ha, o avrebbe, altri argomenti per difendersi, se volesse.

Aggressore: Le do un cartone che l’addormento!"

Donzelli: Faccia pure così anziché un sordo per strada ne avremo uno al due (NdD: per chi non lo sapesse il "due" è San Vittore, il carcere mandamentale di Milano, situato in piazza Filangieri 2).

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lunedì 21 febbraio 2011

Aleksandra Kurzak in concerto alla Scala

Quando un teatro offre ad un cantante di esibirsi in un concerto di canto dovrebbe farlo o per garantire una presenza a chi non disponga di un titolo operistico in stagione ovvero a chi di lì a poco si esibirà in uno dei titoli della stagione stessa, ma quel che è chiaro è che il cantante scritturato è sempre una delle presenze amate e sicure presso quel teatro.

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sabato 19 febbraio 2011

Tosca alla Scala: seconda stazione

Giovedì sera seconda recita di Tosca in Scala. Una via dolorosa non per gli interpreti ma per il pubblico, di cui facciamo parte, regolarmente e paganti.

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giovedì 17 febbraio 2011

900.000! Regaliamoci un altro concerto.

E siamo arrivati sino a 900.000. Non l'avremmo giammai creduto all'inizio di questa nostra avventura! Frase questa non nuova, ma nuovo è il nostro stupore dinnanzi al risultato.
Mi domando, anzi ci domandiamo, quanto contribuisca a questo risultato la pubblicità denigratoria, che qualcuno con assiduità pratica.
Confesso che non mi interessa perché pei nostri denigratori, che talora mi vengono indicati mentre guardano al mio indirizzo (facile bersaglio), proprio non ho alcun interesse. Ciascun per la sua strada ciascuno con le proprie opinioni.

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mercoledì 16 febbraio 2011

Tosca alla Scala

Dialogo tra regista e cantante, tra modernismo e passatismo:



Eravamo in coda per la ripresa, ripulita, del brutto Idomeneo del regista Luc Bondy più di un anno fa quando da New York giugeva l’eco del megaflop al Met della nuova produzione di Tosca, firmata dal medesimo regista e coprodotta anche dal nostro teatro milanese.

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lunedì 14 febbraio 2011

Hipólito Lázaro: Mi método de canto.

Cari amici, tempo fa incontrai una mia vecchia conoscenza, il tenore Manuel Garcia. Fu per caso, ad una stazione di posta sulla via di Parigi, lui diretto in Italia, io verso un altro trionfo agli Italiani.
Pranzammo insieme ( e come avrei potuto rifiutarmi?! ..) Parlava e parlava e parlava, un oceano di parole minute…oddio! non faceva che raccontare esaltato i successi della grande scuola di canto spagnola, dei grandi tenori, dei soprani, di questa e di quella, con l’orgogliosa logorrea con cui gli ispanici artisti sono soliti autodecantarsi. La prese da lontano, cominciando col blasone della sua famiglia, uomini e donne, quasi ch'io abbisognassi d’apprendere alcunché dai Garcia, dimentico ch’io sono la più grande di tutte le cantatrici del belcanto di ogni tempo!! Stavo quasi per alzarmi dalla tavola, annoiata e un po’ seccata per tanta enfasi, ma poi cambiò di colpo la sua rotta. Prese a narrare di questo giovane virgulto catalano, tutto temperamento, voce e acuti, corazon e voz !!!, nomato Hipolito Làzaro. Mi raccontò dei suoi trionfi nelle Americhe, in compagnia d’altri cantori e cantatrici della terra di Spagna, e della sua passione per il canto.
Sarò sincera: Garcia finì per incuriosirmi nel narrare le vicende di questo giovane prodigio. Ci salutammo, ma poi mi venne incontro sulla porta, mentre risalivo sulla mia carrozza, tenendo un libro in mano: “Mi metodo de canto”, scritto proprio dal Làzaro.
“Garcia, non crederete ch’io, dopo tutti i miei assoluti trionfi con il canto, mi cimenti nella lettura di un giovane ambizioso, seppur di grandi qualità?”
“Leggete, donna Giulia” mi disse, “ leggete, e fate leggere ai vostri colleghi ed amici di Parigi e di Londra. Leggete di quale sapienza, estro ed impeto siam capaci noi spagnoli, nel canto al par che...…nell’amore!”
“ Mi state corteggiando, signor Garcia, o semplicemente fate appello alle lusinghe perch’io mi interessi al vostro tenore?”
“Entrambe le cose, divina Grisi, entrambe!”
“Allora lo leggerò, mio caro Garcia, e lo farò leggere agli amici. A presto!”

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sabato 12 febbraio 2011

I duellanti.

Gilbert Louis Duprez e Giovan Battista Mancini (ossia Belcanto ossia, credo, altro) sono la più esaustiva realizzazione dei duellanti. Indomiti, instancabili, insaziabili.

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