sabato 31 ottobre 2009

Renée Fleming: Verismo

Superstella di lungo corso del moderno firmamento lirico, Renée Fleming, dopo l’Homage to the Age of the Diva approccia ora il Verismo italiano, ispirata, a suo dire, dall’incontro con Magda Olivero. Continua, dunque, la sua escursione nel mito della Primadonna, cimentandosi adesso in un terreno a lei sconosciuto.
Un repertorio di brani scelti in modo mirato ed anche ricercato, accompagnati dall’orchestra G. Verdi di Milano, diretta da Marco Armiliato, bravo ed a suo agio in questo repertorio. Il tutto secondo lo stile recentemente adottato dalla Decca per i suoi big, sempre più spesso presentati in compagnia di colleghi, talora anche blasonati: per l’occasione un cameo di J. Kaufmann.

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venerdì 30 ottobre 2009

Mese verdiano XIII - Vieni, o Levita

Avevamo progettato questa puntata come ultima del nostro ottobre verdiano, ma ci siamo accorti che in effetti siamo appena a metà delle nostre celebrazioni verdiane, che proseguiranno - e come! - nel mese di novembre.
Abbiamo deciso, stavolta, di dedicare un poco di spazio alla voce di basso, una delle più amate dal compositore (seconda solo a quella, dilettissima, di baritono, della quale vi parleremo presto), proponendo tre storiche esecuzioni del secondo assolo del profeta Zaccaria nel Nabucco, “Vieni o Levita”.

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mercoledì 28 ottobre 2009

Mese verdiano XII - L'accento verdiano, parte terza: "Ma dall'arido stelo divulsa"

La grande scena di Amelia, che apre il secondo atto del Ballo in maschera, è una delle più impegnative del repertorio sopranile. A differenza della romanza del terzo atto, in cui alla sposa penitente si richiede soprattutto purezza di suono e accento castigato, “l’orrido campo” esige, fin dal recitativo, grande varietà drammatica e assoluta precisione nello scandire quella che l’autore avrebbe in seguito definito “la parola scenica”, oltre naturalmente a un’attenta lettura dei segni dinamici e delle indicazioni espressive. Anzi, la cantante dovrebbe, ove possibile, aggiungerne di propria iniziativa.

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lunedì 26 ottobre 2009

Mese verdiano XI - Grandi duetti d'amore

Anche Verdi o meglio i personaggi di Verdi si innamorano. E' vero che lo fanno meno di quelli di Puccini o di Donizetti ed anche lo stesso Bellini, tutti facili agli affari di cuore e non solo, e quindi maestri autentici del duetto d'amore. Spesso gli amori verdiani o almeno la loro esternazione avviene sotto la spinta di situazioni cogenti ( Aida e Radames agonizzanti) o per altri e diversi intenti (Odabella e Foresto, la duchessa Elena d'Austria ed Arrigo) e per questo, forse, con riferimento a Verdi non si pensa subito all'amore. A smentire l'opinio comunis, però, ecco sei splendidi duetti d'amore.

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sabato 24 ottobre 2009

Mese verdiano X - L'accento verdiano parte seconda: "Calpesta il mio cadavere, ma salva il Trovator"

Verdi ed i suoi librettisti ci misero del loro per dar sapore all’incontro tra donna Leonora ed il conte di Luna nelle sale del palazzo di Aljaferia. Pare, infatti, che nel dramma di Gutiérrez, il Conte non si scaldasse gran chè davanti alla “proposta indecente” della dama disperata, mentre nell’opera di Verdi …beh…si scalda eccome! Mai prima di allora una primadonna aveva offerto il proprio corpo in cambio della vita dell’amato in modo così dichiarato e plateale.

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giovedì 22 ottobre 2009

Mese verdiano IX - Son giunta! Terza puntata: gli anni Cinquanta. Leyla Gencer e Renata Tebaldi

Una piccola spianata sul declivio di scoscesa montagna. A destra, precipizi e rupi: di fronte, la facciata della chiesa della Madonna degli Angeli; a sinistra la porta del Convento, in mezzo alla quale una finestrella; da un lato, la corda del campanello. Sopra vi è una piccola tettoia sporgente. Al di là della chiesa, alti monti col villaggio d’Hornachuelos. La porta della chiesa è chiusa, ma larga, sopra d’essa una finestra semicircolare lascerà vedere la luce interna. A mezza scena, un po’ a sinistra, sopra quattro gradini, s’erge una rozza croce di pietra corrosa dal tempo. La scena sarà illuminata da luna chiarissima. Donna Leonora giunge ascendendo da destra, stanca vestita da uomo, con pastrano larghe maniche, largo cappello e stivali.
Le dettagliate disposizioni sceniche dipingono un’atmosfera carica e livida, come in un quadro di El Greco: una notte di calma apparente, sotto il cui placido aspetto, il destino – forza che trascina tutto e tutti – disegna il suo percorso, traccia la sua strada e costruisce inesorabilmente l’unico esito possibile della vicenda.

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martedì 20 ottobre 2009

Cartoline orobiche

Il nostro Duprez è andato a Bergamo per assistere all'Elisir d'amore ivi rappresentato. Non ha ritenuto di produrre una recensione, avendo ascoltato solo la prima metà dello spettacolo. Riteniamo comunque le sue impressioni d'ascolto altamente interessanti e pienamente degne di essere divulgate.

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domenica 18 ottobre 2009

Mese Verdiano VIII. Firenze: "Recondita Armonia" - Una trilogia... (im)popolare

Lo scorso anno il Teatro Comunale di Firenze, sfruttando le celebrazioni pucciniane, ebbe la sagace idea di mettere in scena tre opere ed un balletto nel mese di ottobre allo scopo di fronteggiare la crisi aprendo orgogliosamente tutte le sere anche per attirare nuovi melomani, turisti e semplici curiosi al mondo del melodramma, fornendo loro un programma appetibile e dalla connotazione nazional popolare a prezzi ovviamente contenuti per essere accessibili.
E fece centro!
Il pubblico arrivò a frotte, gli spettacoli che poggiavano sulle spalle di cast giovani nel caso di “Bohème” e di conclamati interpreti, Dessì e Berti in “Tosca” e Armiliato e Cornetti in “Cavalleria Rusticana”, omaggio al Verismo, in allestimenti tradizionalissimi, ma azzeccati (soprattutto “Bohème” e “Cavalleria”) affidati ad un solo regista.
Quest’anno si è deciso di festeggiare il Verdi della collaudata “Trilogia popolare” (“Traviata”, “Trovatore” e “Rigoletto”) in edizioni assolutamente fedeli allo spartito per quanto riguarda l’apertura pressocchè totale di tutti i tagli, il rispetto delle puntature di tradizione ed affidando la regia al veterano Franco Ripa di Meana.

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venerdì 16 ottobre 2009

Idomeneo alla Scala

Ripresa scaligera di Idomeneo, nell’allestimento di L.Bondy, sotto la direzione del maestro M.W.Chung. Applausi abbozzati a “Fuor del mar” e a “D’Oreste e d’Ajace” durante una recita fiacca e noiosa, sonori solo al finale, dove i signori artisti sono stati tutti ringraziati cordialmente ed i fan di alcuni interpreti hanno espresso il loro affetto personale per alcuni protagonisti. Ma che questo sia stato un successo non mi sento di dirvelo, perché questa produzione di Idomeneo non ha convinto quasi nessuno. Il punto è che sul palco non si canta e per giunta si dirige senza polso. E gli udenti ( presenti anche tra coloro che non contestano mai), che amano l’opera ed il canto e che di rappresentazioni di questo titolo ne hanno sentite più di una, tornano a casa delusi ed annoiati.

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