domenica 31 ottobre 2010

Cantare Verdi senza la voce verdiana: Leyla Gencer

Leyla Gencer, l’arte di cantare Verdi senza vera voce verdiana, o meglio, l’arte di cantare tutti i tipi di soprano verdiano con una voce veramente adatta solo ad una minima parte di essi.

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sabato 30 ottobre 2010

Le cronache di Carlotta Marchisio - Elisir d'amore in Scala: secondo cast.

Era lì, bastava così poco per accorgersene, eppure…
Si fa tanto parlare, spesso da parte di chi ha buone ragioni per farlo, che l’opera lirica, e in particolare il canto, versa in condizioni tutt’altro che allarmanti, che il teatro è sano e in continua evoluzione, ossia capace di assecondare le aspettative di un nuovo pubblico, che ha coltivato e alimentato altri stimoli fruitivi.

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venerdì 29 ottobre 2010

Elisir d'amore dalla Fenice di Venezia

È terminata da poco la diretta radiofonica dell’Elisir veneziano.
Recita accolta da applausi deliranti. Concentrati peraltro dopo le arie dell’ultimo quadro del secondo atto. Ed accompagnati da martellanti richieste di bis. Puntualmente onorate da tenore e soprano.
Smaltiti i fumi dell’effimero entusiasmo, ci chiediamo quanto segue:

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martedì 26 ottobre 2010

Ancora sul Flauto Magico

A pochi giorni dalla recensione della Zauberflöte diretta da René Jacobs a opera del collega Duprez, abbiamo pensato di proporre un’appendice, ovviamente pre-filologica e tendenzialmente passatista. Delle nostre.

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domenica 24 ottobre 2010

Gentile ed illustre signor Michele Pertusi

Gentile ed illustre signor Michele Pertusi,
non La conosciamo, neppure sappiamo se mai leggerà questa nostra, nata quale risposta ai Suoi interventi verso la poco felice, ma non prima in tal senso, edizione 2010 del Festival Verdi.

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venerdì 22 ottobre 2010

Le "farse" del Festival Donizetti

Quando si dedica ad un compositore famoso (rappresentato in tutto il mondo), un festival, una rassegna o una stagione, bisognerebbe essere in grado di eseguirlo ai massimi livelli e di offrirne interpretazioni di eccellenza, ponendosi come riferimento sia a livello esecutivo che a livello musicologico. Quando poi, per far questo, si percepiscono fondi pubblici (dallo stato, dalla regione e dal comune), oltre ai contributi di altri enti pure riconducibili alla partecipazione pubblica, bisognerebbe averne rispetto e investirli in progetti seri e culturalmente validi. Se, infine, si vogliono anche presentare nuove edizioni critiche di opere “di repertorio” (per offrirne letture differenti e più corrette), ovvero eseguirne “versioni alternative”, oppure titoli desueti, rari e sconosciuti, sarebbe doveroso che tali scelte vengano inquadrate storicamente, spiegate con cura, per poterne apprezzare appieno la portata e non intese come saggi accademici. Ecco, in assenza delle suddette capacità e volontà, bisognerebbe avere il buon gusto di rinunciare a progetti velleitari, magari “chiudere bottega” e, se possibile, ricominciare da zero.

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mercoledì 20 ottobre 2010

Die Zauberflöte - René Jacobs

Con Die Zauberflöte, pubblicato da Harmonia Mundi e da poco disponibile anche in Italia, il ciclo di incisioni mozartiane diretto da René Jacobs, parrebbe giungere alla penultima tappa: verosimilmente sarà concluso, il prossimo anno, da Die Entführung aus dem Serail, salvo uno sconfinamento ai lavori teatrali della giovinezza (non del tutto improbabile, a dire il vero: Jacobs, infatti, eseguirà il 12 novembre a Vienna La Finta Giardiniera). Il ciclo, iniziato più di 10 anni fa, nel 1998, ha segnato una certa evoluzione nell’approccio del direttore belga all’opera mozartiana, sia nel rispetto delle “regole” che presiedono alle esecuzioni cosiddette autentiche, sia nel ripensamento generale della drammaturgia e della collocazione storica del genio di Salisburgo. Così dalla prima Così Fan Tutte, all’ultimo Idomeneo, Jacobs è passato da una lettura prettamente illuminista e razionalista – volta ad indagare gli aspetti di quella commedia umana che è la vita che irrompe, con i suoi entusiasmi, le sue debolezze, i suoi amori e le sue miserie, nel teatro mozartiano – ad una visione che sceglie di legare Mozart alla tradizione barocca e prebarocca, nell’intento, ideologicamente sostenuto, di sottrarlo ad ogni tentazione romantica. Gli esiti sono stati vari, a volte convincenti, a volte non soddisfacenti, lasciando spesso la sensazione che i presupposti e le intenzioni, non si fossero pienamente realizzate nel delicato passaggio dalla teoria alla pratica.

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lunedì 18 ottobre 2010

Firenze: la violenta catarsi di "Salome"

“Venghino, signori, venghino!”

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domenica 17 ottobre 2010

Oggi piange Verdi

Dopo gli ammonimenti al pubblico arriva, puntuale, il forfait.

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