mercoledì 28 maggio 2008

La fantasia al potere in Scala (2) - La stagione 2008/2009


Finalmente, dopo la tradizione ridda dei “si dice”, “è sicuro che faranno” la stagione 2008-’09 del Teatro alla Scala è stata annunciata.
Le previsioni ossia i “si dice” sono stati rispettati, compresi quelli derivati da repentini cambi figli di poco esaltanti prestazioni della stagione in via di conclusione.
E siccome le voci sono state rispettate è stata anche rispettata l’impressione di limitata ispirazione, di scarsa fantasia sia nella scelta dei titoli che degli interpreti.

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Maria Callas: basta con la strumentalizzazione!

La RAI ha trasmesso iersera l’ennesimo, inutile evento consumatosi in nome di Maria Callas e del suo, per nulla fondamentale, debutto a Genova nel 1948. In questo anno di noiose, ripetitive e banali celebrazioni di un’artista che mai fu noiosa, ripetitiva e banale nella sua carriera, nemmeno nel declino, non poteva mancare anche l’immancabile concertino di una cantante che ha, soltanto una grecità di passaporto, in comune con la Callas.

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martedì 27 maggio 2008

Grandi Sansoni, grandissime Dalile


Eros ha poche volte trovato veste musicale paragonabile a quella creata da Camille Saint-Saëns con il suo Sansone e Dalila. L'autore penò non poco perché l'opera fosse rappresentata e quindi perché giungesse a Parigi, ma lo sforzo fu ripagato da una presenza che doveva essere costante nel repertorio dei maggiori teatri. Soprattutto Sansone e Dalila attesta che la forza sovrumana e il potere della seduzione non hanno, all'opera, nulla che spartire con il naturalismo che simili temi parrebbero automaticamente richiedere.

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domenica 25 maggio 2008

Aureliano in Palmira


Aureliano in Palmira rappresenta una sorta di mito nel catalogo rossiniano.
Mito perché fu l’unica opera che Rossini scrisse per un castrato.
Mito perché è l’unica, salvo invenzioni pesaresi, la cui partitura non sia stata trovata e non si sappia dove si trovi.
Mito perché si racconta che Rossini, stanco delle libertà di Velluti nell’esecuzione avrebbe cominciato a scrivere in extenso le fioriture.

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sabato 24 maggio 2008

I Lombardi fanno tappa (e capolinea) a Napoli

La locandina (recita del 20 maggio):

Orchestra e coro del Teatro di San Carlo
Direttore - Piergiorgio Morandi
Regia - Giancarlo Cobelli

Arvino - Tito Beltran
Pagano - Ruggero Raimondi
Viclinda - Maria Cioppi
Giselda - Dimitra Theodossiou
Oronte - Fabio Sartori
Sofia - Adelina Scarabelli

Una nube di mestizia avvolge la produzione di Lombardi in scena in questi giorni al San Carlo di Napoli. Curioso che uno dei titoli più vibranti del primo Verdi sortisca effetto tanto narcotico. Da più parti sentiamo additare quale responsabile della diffusa letargia il direttore d'orchestra Morandi, che in effetti ha palesi difficoltà non solo e non tanto a trovare il "colore" del melodramma ottocentesco di sapore patriottardo, ma, più banalmente, a tenere il tempo e a far procedere insieme orchestra e cantanti. Ma di non minore importanza appare il contributo di solisti di canto che poca o punta idea sembrano possedere delle richieste avanzate dalla scrittura verdiana, per tacere dell'accento e dell'interpretazione.

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lunedì 19 maggio 2008

I Lombardi alla prima crociata

I Lombardi alla prima crociata dovevano essere l’opera della conferma, quando andarono in scena l’11 febbraio 1843 alla Scala, conferma che Verdi non fosse una meteora, ma un solido musicista, l’erede della tradizione italiana.
E’ compito della critica togata definire il valore dell’opera, degli esecutori di ogni epoca rendere il miglior e più completo servizio all’autore, eseguendo l’opera con il rispetto della non facile scrittura vocale.

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sabato 17 maggio 2008

50.000!!!!!!.....un concertone per festeggiare.



Prendendo a modello i grandi galà onorifici del Met, eccovi qui un CONCERTONE per festeggiare questo blog ed i suoi utenti affezionati.

Musica "deteriore" o poco impegnata o per nulla "culturale".......ecco il tema controcorrente su cui verte il programma scelto, a ri-provare che i grandi artisti, con il loro tocco magico sanno sollevare alle vette più alte dell'arte ogni pagina di musica. Perchè, a dirla con il vecchio Boito

Dal labbro il canto estasïato vola
Pe' silenzi notturni e va lontano
E alfin ritrova un altro labbro umano
Che gli risponde colla sua parola:
Allor la nota che non è più sola
Vibra di gioia in un accordo arcano
E innamorando l'aer antelucano
Con altra voce al suo fonte rivola.
Quivi ripiglia suon, ma la sua cura
Tende sempre ad unir chi lo disuna.
Così baciai la disïata bocca!
Bocca baciata non perde ventura,
Anzi rinnova come fa la luna.
Ma il canto muor nel bacio che lo tocca.


Grazie ancora e buon divertimento !

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venerdì 16 maggio 2008

Oh vera delizia dei mortali! La Clemenza di Tito

Il giudizio di Maria Luisa di Borbone, sposa di Leopoldo II, sulla Clemenza di Tito eseguita per l'incoronazione del marito a Re di Boemia è tanto celebre che non avrebbe neppure bisogno di essere menzionato. Eppure quella sprezzante definizione di "porcheria tedesca in lingua italiana" esprime bene il carattere ibrido e di assoluta novità dell'ultima opera seria di Mozart.

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mercoledì 14 maggio 2008

Le interviste: Shalva Mukeria

Fedeli all'impegno preso ed alle finalità che ci siamo dati con questa nostra infrequente rubrica, siamo riusciti finalmente ad incontrare Shalva Mukeria a Genova. Il tenore georgiano è fra i pochi giovani artisti che ci abbiano favorevolmente impressionato. Come potrete rendervi conto da voi, le sue parole sono state poche, prive di vanità e misuratissime, ma assai significative. Ci è parso un grande professionista che dà il giusto peso a ciò che più che conta nel suo mestiere, ossia la qualità del canto, inteso e praticato secondo le vecchie regole, quelle della grande tradizione tenorile romantica.

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lunedì 12 maggio 2008

Edita Gruberova in concerto alla Scala

L'ultima volta di Edita Gruberova alla Scala fu circa una decina d'anni fa, nella Linda di Chamounix. Una lunga assenza dal più grande teatro italiano, che ha accolto l'ingresso sul palco della grande diva di Bratislava con una lunghissima ovazione di affetto e stima per questa cantante straordinaria, un vero gigante del canto.
Questo post è di nuovo profondamente passatista, e la Scala di questa sera lo è stata tanto quanto il nostro Corriere nell'omaggiarla con un grande trionfo.

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sabato 10 maggio 2008

Leyla Gencer: divina e antidiva

Non è stata una notizia del tutto inattesa quella della scomparsa di Leyla Gencer, avvenuta questa notte a Milano.
Scontato ripercorrere una carriera durata trent’anni con grande, grandissimo amore del suo pubblico, trionfi in ogni teatro, anche quanto la relegavano al terzo cast, ancora di più scontato rammentare un repertorio amplissimo ed alla cui vastità, forse, la Gencer sacrificò la durata. Ed anche l’intensità interpretativa ebbe il suo peso.
Leyla Gencer è stata divina ed antidiva, al tempo stesso.
Ogni circostanza sembrava rendere difficile una carriera, quando la Gencer debuttò. Priva di un mezzo opulento ed all’italiana come quello di una Stella o di una Cerquetti o, addirittura della Tebaldi, schiacciata dalla novità della Callas di cui fu, superficialmente, considerata epigona (con ammenda pubblica niente meno che di Rodolfo Celletti, poi suo grandissimo estimatore), tallonata, poi, dalle Scotto, Sutherland, Caballè e Sills, nonostante tutto la Gencer è stata per il pubblico la LEYLA amata, applaudita, idolatrata.

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Airs d'Opéras Italiens, Natalie Dessay e il manierismo di una "primadonna"

Ho da poco concluso l’ascolto dell’ultima fatica discografica di Natalie Dessay: Airs d’Opéras Italiens. L’elegante cd, prodotto e distribuito dalla Virgin e già da qualche mese disponibile per il mercato europeo (almeno quello tedesco), verrà tra breve commercializzato anche in Italia: ben presto, quindi, ciascuno potrà verificare la bontà o meno di queste mie anticipazioni. L’ho ascoltato, dicevo, con “orecchie vergini”, senza pregiudizi, cioè, dovuti ad una certa antipatia personale o al fastidio per taluni atteggiamenti e vezzi interpretativi, in cui la diva ama indulgere assai frequentemente in questa che continuo a considerare una fase declinante della sua carriera.

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giovedì 8 maggio 2008

June Anderson in concerto ad Aix en Provence

Ho deciso di spingermi sino ad Aix en Provence per pura curiosità, cioè sentire dopo tanti anni la più giovane delle tre “signore” dell’opera tuttora attive, June Anderson. Già, perché continuavo a domandarmi come mai si parli sempre delle altre due e dei loro impressionanti ruolini di marcia, dimenticando che anche la bella americana, ex vera superstella dello star system, si è rimessa in pista da qualche anno, sebbene con ritmi diversi e circondata da una specie di….aura solitaria. Mi incuriosiva sentirne lo stato vocale e soprattutto i modi di gestire il suo autunno professionale, che sono, poi, la vera meraviglia delle nostre amatissime e stimatissime signore “da corsa”. Vi dirò subito che il viaggio ha riservato sorprese inaspettate, cancellando anche il mio scetticismo di fondo verso una cantante che ho molto apprezzato agli esordi della sua carriera, ma meno nella fase matura. Il resoconto e le considerazioni sono passatiste, anzi….sfacciatamente passatiste.

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