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giovedì 22 gennaio 2009

Il Turco in Italia a Genova


Martedì sera abbiamo ascoltato la diretta radiofonica del Turco in Italia dal Teatro Carlo Felice di Genova.
Secondo il giudizio di molti la trasmissione via etere trasforma e addirittura deforma le voci liriche. Mai come questa volta ci auguriamo che ciò sia anche solo parzialmente vero.
Perché altrimenti non sapremmo spiegarci il successo che ha accolto lo spettacolo, pur con isolati dissensi rivolti alla protagonista.

Protagonista che era Myrtò Papatanasiu, che sostituiva l’annunciata Cinzia Forte. E che ha esibito fin dall’entrata una voce acida e piccola perché non appoggiata sul fiato, stridula fin dai primi acuti, con agilità tutte in bocca, fiati corti e sovente spezzati (finale primo, concertato della festa). La fatica di barcamenarsi in una grandiosa parte di soprano assoluto ha portato la cantante greca a regalare uno dei più pigolati rondò di Fiorilla di cui si abbia memoria. Per giunta concluso da un sovracuto fioco e calante.
Antonino Siragusa, tornato al Rossini buffo dopo l’escursione come Oreste, ci ha riportato ai tempi dei tenori di grazia o presunti tali pre Rossini-Renaissance: voce tutta nel naso, bianchiccia, impiccata e spesso calante in acuto (proprio brutta la chiusa della seconda aria), molto a disagio con la copiosa coloratura prevista. Va segnalato, a onor del vero, che Siragusa ha eseguito anche l’aria del primo atto, solitamente omessa.
Roberto De Simone e Vincenzo Taormina erano accomunati dalla voce dura e al limite del parlato. Non siamo ai livelli costernanti di un Praticò, ma è triste constatare che la lezione dei vari Dara, Corbelli, De Corato etc. è ormai lettera morta.
Simone Alaimo, che ci è sempre sembrato più un tenore camuffato da basso che un basso autentico, ha la solita voce legnosa di sempre, che l’età ha reso oscillante in acuto e fioca nei gravi, ma canta se non altro con proprietà di fraseggio e senso dello stile rossiniano. In un simile contesto, non è poco.
Pesante e fracassona la direzione di Jonathan Webb, dai tempi troppo lenti e slabbrati e notevoli sfasature tra buca e palco, segnatamente nei concertati.

Ma sicuramente tutti questi sono “effetti speciali” dovuti alla diretta radio.
Speriamo che il dvd (avete letto bene, questa produzione sarà immortalata da un dvd Raitrade...) sappia "rimettere le cose a posto".


La locandina:

Direttore - Jonathan Webb

Selim - Simone Alaimo
Donna Fiorilla - Myrtò Papatanasiu
Don Geronio - Bruno De Simone
Don Narciso - Antonino Siragusa
Prosdocimo - Vincenzo Taormina
Zaida - Antonella Nappa
Albazar - Federico Lepre

Genova, 20.I.2009



Gli ascolti

Rossini - Il Turco in Italia


Atto II

Credete alle femmine - Sesto Bruscantini & Enedina Lloris (1984)

Intesi, ah tutto intesi...Tu seconda il mio disegno - David Kuebler (1983)

"I vostri cenci vi mando"...Squallida veste e bruna - Lucia Aliberti (1986)

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domenica 17 agosto 2008

Contro ROF, parte terza: La Pietra del Paragone

La terza proposta del nostro Contro ROF è dedicata a un titolo tanto celebre e celebrato nel corso di tutto l'Ottocento, quanto in seguito negletto e abbandonato, salvo sporadiche riprese (anche se, a onor del vero, il letargo delle manifestazioni "ufficiali" e delle case discografiche sembra essersi concluso nei primi anni del nuovo secolo, peraltro senza risultati interpretativi degni di nota).


L'entusiasmo testimoniato da Stendhal nei confronti del Sigillara (questo il titolo non ufficiale con cui l'opera era conosciuta e amata in tutto il Lombardo-Veneto) trova certo un gran perché nella bellezza dell'opera. Scritta su un libretto una volta tanto davvero magnifico (di Luigi Romanelli), vivacissima, a tratti frenetica, fresca e tenera nei momenti sentimentali, graffiante nella critica di costumi che vanno ben al di là dell'epoca raffigurata (dalle ridicolaggini delle arrampicatrici sociali all'idiozia dei giornalisti prezzolati), La Pietra presenta indubbie difficoltà di esecuzione, visto che prevede cinque prime parti (un contralto, un tenore, un basso "nobile" e due buffi) e due parti di seconda donna cui si richiede di cantare, in assieme, per buona metà dell'opera (una delle due, inoltre, ha la sua brava aria del sorbetto). E a concertare il tutto è indispensabile un direttore attento alle ragioni dei cantanti non meno che a quelle della partitura.

A Bologna, nella primavera del 1986, la bacchetta di Tiziano Severini non sembrò la più adeguata né all'una né all'altra bisogna. Basti sentire le frequenti sbavature di un'orchestra di solito valente come quella del Comunale. Per fortuna il palcoscenico parlava tutt'altro linguaggio, a partire dalla protagonista, che regala alla marchesa Clarice quel brio e quell'eleganza che solo il canto all'italiana, morbido rotondo e sul fiato, può conferire. Attorno a lei due eccellenti declamatori (a dimostrazione del fatto che declamatore e urlatore non sono sinonimi), esperti del sillabato e scenicamente irresistibili, e un tenore contraltino che, nelle parti di mezzo carattere, ha avuto e seguita ad avere ben pochi termini di paragone. Non solo e non tanto per la prodigiosa estensione in acuto, quanto per la perfetta proiezione e dominio tecnico di una voce in natura davvero modesta. Il basso, sebbene suoni a più riprese come un tenore accorciato, sfoggia proprietà di accento e fraseggio e, confrontato con quello che abbiamo sentito in anni recenti, sembra Samuel Ramey. Ma più della somma dei singoli elementi è l'insieme a convincere: libera da assurdi timori "filologici", e al tempo stesso inderogabilmente fedele a quell'eleganza aristocratica che è la cifra caratteristica del Pesarese, questa esecuzione è (salvo che... nella bacchetta!) un compendio della Rossini-Renaissance applicata al repertorio buffo e una terribile "pietra di paragone" per tutte le esecuzioni successive, anche per quelle benedette da autorevoli pulpiti.



Rossini - La Pietra del Paragone

Atto I

Mille vati al suolo io stendo - Enzo Dara & William Matteuzzi
Quel dirmi, oh Dio! non t'amo - Martine Dupuy & Simone Alaimo
Ombretta sdegnosa del Missipipì - Alessandro Corbelli
Chi è colei che si avvicina? - Enzo Dara
Su queste piante incisi - Martine Dupuy, Anna Caterina Antonacci, Gloria Banditelli, Simone Alaimo, Alessandro Corbelli, Enzo Dara, William Matteuzzi & Tito Tortura

Atto II

Quell'alme pupille - William Matteuzzi
Prima fra voi coll'armi - Simone Alaimo, Enzo Dara & William Matteuzzi
Se per voi le care io torno - Martine Dupuy
Ah! se destarti in seno - Simone Alaimo

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